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ARTE POST-COVID. Parlano le gallerie. “Il digitale non sostituirà il contatto con l’opera”
ARTE POST-COVID. Parlano le gallerie. #1 Arte antica, Galleria Antonacci Lapiccirella: “Il digitale non sostituirà il contatto con l’opera”

 

 

La crisi Covid ha costretto il mercato dell’arte a un’imprevista e repentina riorganizzazione. Il 2020 è adesso alle spalle e molti player dell’art system si preparano alla ripresa. Tra loro anche la Galleria Antonacci Lapiccirella, specializzata in arte antica. Le incertezze sono ancora molte, ma l’approccio alla nuova fase è ricco di nuove speranze, alimentate anche dalle opportunità che si sono scoperte durante il lungo lockdown, prima tra tutte il digitale.

Uno dei punti cardine di questo ragionamento è capire come si sia evoluto in questi mesi cruciali il rapporto con il mercato e con i collezionisti. Iniziamo il nostro viaggio da una realtà storica romana specializzata in arte antica, la Galleria Antonacci Lapiccirella. Uno dei baluardi artistici di via Margutta, con una lunga tradizione alle spalle, diretta da Francesca Antonacci e Damiano Lapiccirella.

 

Il 2020 è alle spalle, come valutate questo annus horribilis per l’arte, tra chiusure e riaperture a corrente alternata?
Francesca Antonacci: «È stato un anno complicato in cui, dopo la chiusura di Tefaf Maastricht a marzo, siamo stati costretti al lockdown: mesi colmi di confusione e riflessioni, in cui ci era concessa solo la possibilità di prepararci al dopo, di studiare un progetto d’azione per capire come procedere. Poi, però, sono seguiti periodi in cui abbiamo imparato a tenere il passo inventandoci nuovi e accattivanti metodi comunicativi tentando di incuriosire quanto più possibile un pubblico ormai saturo di comunicazioni web. Abbiamo creato un nuovo sistema per interagire con i collezionisti che ci ha permesso di dialogare con loro in modo ravvicinato, presentando le opere in maniera dedicata e personale. In questo modo siamo riusciti non solo a mantenere saldi rapporti preesistenti con i nostri clienti, ma anche a creare nuovi e stimolanti contatti che hanno portato a vendite. Adeguarsi al meglio a queste dinamiche a singhiozzo di apertura/chiusura, purtroppo così ancora terribilmente presenti e incerte, è faticoso ma strettamente necessario. L’unico approccio utile e costruttivo è adattarsi velocemente a questo nuovo sistema di mercato».

 

La Galleria Antonacci Lapiccirella
La Galleria Antonacci Lapiccirella a Roma in via Margutta 54

Nel panorama dell’arte antica la Galleria Antonacci Lapiccirella ha sicuramente risentito dell’annullamento delle fiere più importanti. Come avete risposto a questa circostanza?

Damiano Lapiccirella: «Negli ultimi anni il lavoro si è svolto prevalentemente attraverso le fiere internazionali, che sono momenti d’incontro stimolanti con i collezionisti, curatori di musei, art advisor che arrivano da tutto il mondo. Sin dalla sua nascita la galleria partecipa a una serie di fiere e mostre d’antiquariato di grande prestigio, tra le più imporanti: Tefaf Maastricht, Salon du Dessin e la Biennale des Antiquaires a Parigi, la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Palazzo Corsini a Firenze. L’annullamento di queste ha in qualche modo destabilizzato la nostra modalità di mercato, ormai ben consolidata. Ma la nostra pronta risposta a questa brusca sterzata è stata una maggiore attenzione al mondo web: oltre a partecipare in modo attivo e felicemente proficuo alle fiere divenute online come ad esempio Tefaf New York, abbiamo migliorato il nostro sito web – ora ancor più in alta definizione, ci siamo concentrati maggiormente sull’attività social dove ci seguono nuovi collezionisti. Abbiamo aderito alla nascita di  piattaforme digitali specificatamente dedicate al settore artistico e questo sta permettendo una differente tipologia di comunicazione e soprattutto di visibilità».

 

L’adattamento a nuove condizioni ha introdotto delle modifiche nel metodo di lavoro che ritenete possano essere conservate anche in futuro?
Damiano Lapiccirella: «Ogni cambiamento è un insegnamento! Francesca è alla quarta generazione di antiquari, io alla seconda; chi meglio di noi può sottolineare i cambiamenti del mercato? In tutti questi anni abbiamo imparato a metterci in gioco e rinnovarci costantemente, stavolta ancor di più. Il nostro lavoro ci porta per forza di cose al passato, alla bellezza dell’antico, al suo fascino, alla preziosa aura di opere d’arte che ci raccontano storie lontane di cui scopriamo e studiamo i protagonisti – e ora più che mai avremo un occhio al futuro – sfruttando nel modo più intelligente possibile le nuove tecniche comunicative del web, riconoscendone l’incredibile potenza ma anche rispettandone le caratteristiche, in quanto siamo consapevoli dei suoi limiti per il nostro settore. Essendo appassionati amanti dell’arte speriamo che presto si possa recuperare quel sottile seppur potente rapporto empatico che si viene a creare tra il gallerista, il collezionista e l’opera d’arte. Per quanto la tecnologia web sia attualmente indispensabile, di certo nessuna realtà aumentata potrà mai sostituire un contatto visivo reale con l’opera».

 

La Galleria Antonacci Lapiccirella a Roma in via Margutta 54

Sulla base delle tendenze del mercato, su quale periodo artistico e su quali autori pensate sia interessante volgere lo sguardo in questo momento?

Francesca Antonacci: «In realtà, su questo punto abbiamo le idee abbastanza chiare: pur tenendo in considerazione mode e tendenze di mercato, non ci lasciamo influenzare da queste. Le opere che scegliamo e acquistiamo provengono quasi esclusivamente da collezioni private. La ricerca dell’opera d’arte che ci emoziona, scoprire un oggetto o un dipinto, qualcosa di unico e raro, è la parte più divertente del nostro lavoro. In fin dei conti i primi collezionisti siamo noi. L’antiquario nasce collezionista, nasce con il desiderio del possesso. A chi spesso ci chiede con quale criterio selezioniamo i nostri acquisti rispondiamo sempre: “acquistiamo ciò che ci emoziona, ciò che vorremmo possedere per noi, ciò di cui sapremo raccontare l’intensità dell’oggetto, la sua importanza storico-artistica, più di tutto la sua qualità”. Entrambi siamo figli d’arte ma con insegnamenti diversi. Quello che ci accomuna è che siamo cresciuti circondati dal bello, dall’arte, dal vedere nei nostri padri l’emozione dell’acquisto così come lo stupore misto a felicità nella scoperta di un oggetto o di un dipinto. Continueremo a lavorare in questo modo, seguendo il nostro istinto e facendoci guidare dai valori di bellezza, qualità e rarità. Il mondo dell’antiquariato mantiene nonostante tutto, e ora forse ancor di più, quella sua connotazione di “unicità”: la rarità delle opere che trattiamo fa dell’antiquariato una grande forma d’investimento: non solo da un punto di vista economico, ma anche dal punto di vista culturale e intellettuale della persona. È il nostro spirito che viene arricchito, l’arte appaga la nostra mente».

 

Il Covid ha modificato a vostro giudizio le geografie o le caratteristiche del collezionismo di arte antica?
Damiano Lapiccirella: «Nel settore dell’arte antica la Galleria Antonacci Lapiccirella è un punto di riferimento soprattutto per gli appassionati di dipinti del Grand Tour, disegni e sculture di artisti europei tra la fine del XVIII secolo e la metà del XIX, con un particolare interesse per gli artisti del primo ‘900. Questo specifico settore artistico fa riferimento a una fetta di mercato quasi specificatamente internazionale. Infatti, la grande maggioranza dei collezionisti interessati alla tipologia di opere d’arte che trattiamo sono oltre confine, se non oltreoceano. Oltre che a collezionisti italiani e al nostro affezionato pubblico romano, siamo sempre stati abituati a rivolgerci a un pubblico straniero; questa pandemia ha stravolto molte dinamiche ma per quanto ci riguarda questo rimane un punto abbastanza coerente rispetto al passato. D’altro canto, secondo un articolo che ho letto recentemente il nostro Paese muove circa l’1% del mercato globale dei beni artistici. Questo purtroppo è un dato col quale dobbiamo confrontarci».

 

Quanto il digitale si è rivelato un supporto utile alle esigenze del vostro collezionismo?
FA e DL: «Il digitale è stato ovviamente lo strumento più efficace di cui abbiamo potuto usufruire. Il web ha reso le comunicazioni più dinamiche, ha avvicinato le persone e ha in qualche modo finto una ”normale” modalità lavorativa. Ad esempio la realtà aumentata, nella fattispecie l’utilizzo di Virtual Tour dedicati in cui il collezionista ha una corretta percezione delle dimensioni dell’opera all’interno di uno spazio dato, si è rivelato un ottimo strumento di lavoro. Detto questo, è possibile innamorarsi di un’opera d’arte attraverso uno schermo. Crediamo che questo sia lo scoglio maggiore da affrontare e superare per noi mercanti d’arte antica. Riuscire a presentare l’opera creando un collegamento a livello empatico con il collezionista attraverso uno schermo è la sfida del momento».

 

Quali i progetti in cantiere per il 2021?
FA e DL: «Il 2021 si porta dietro una grande responsabilità. Questo nuovo anno è iniziato con una serie di speranze che ahimè crediamo vadano ridimensionate. La strada verso un ritorno alla normalità è ancora lunga. Le fiere continuano purtroppo a essere molto incerte e al momento non possiamo farci affidamento. All’inizio della nostra carriera le gallerie erano visitate giornalmente da amanti dell’arte; il venerdì si cambiava sempre la vetrina per attirare e stimolare gli appassionati e i curiosi. Ora come allora, per questo 2021 prevediamo un “ritorno in galleria”. Già in questi ultimi mesi, con i musei chiusi e le attività ricreative ridotte al minimo, la galleria sta riacquistando pian piano la sua valenza. Gli amanti dell’arte vogliono continuare a coltivare la loro passione, hanno bisogno di nutrire il loro spirito. Paradossalmente, mentre si coltivano relazioni con collezionisti stranieri lontani utilizzando ogni forma di tecnologia digitale, d’altra parte in modo parallelo, ci si riavvicina a un mercato “in presenza”, per usare un termine attuale, che ha riportato i clienti italiani a visitare le gallerie. Dopo alcuni anni stiamo infatti pensando di presentare una nuova mostra in galleria in autunno. Abbiamo vari progetti e stiamo valutando quale possa essere la proposta più accattivante».

Gennaio 20, 2021
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