
LUIGI GALLINA
Provenienza
Rimini, collezione privata
Luigi Gallina è stato un ritrattista e caricaturista siciliano. Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, allievo di Domenico Morelli, si perfeziona a Roma dove frequenta per otto anni l’Istituto di Belle Arti sotto la guida di Domenico Prosperi. Sono di rilievo i suoi contatti con Genova, sua città d’adozione, dove partecipa di frequente alle mostre della Società Promotrice e a quelle della Associazione Alere Flammam (1919-1930), presentando ritratti di gentildonne e di influenti personali locali. Sempre per la ritrattistica gode di larga fama anche all’estero, particolarmente in Inghilterra (ritratti di aristocratici e di alti ufficiali dell’esercito). Dopo l’esordio a Napoli, nel 1892, Luigi Gallina espone a Roma, 1897, alla Promotrice genovese, 1899 e al Salon di Parigi, 1913.
Nel pastello su carta qui presentato ciò che risalta non è solamente l’abile mano del ritrattista che realizza l’opera, ma anche e soprattutto il volto intenso del soggetto ritratto: Giovanni Segantini. Artista ben più noto del Gallina, Giovanni Segantini (1858 – 1899) è stato un pittore straordinario dal carattere selvaggio e irruento, eppure poetico e scrupoloso. Nato ad Arco di Trento e di umili origini, Segantini riesce ad affermarsi come uno dei pittori più talentuosi dell’Ottocento italiano, nonostante la prematura scomparsa a soli 41 anni. Tra i maggiori esponenti del divisionismo, da un momento in poi - intorno circa al 1888 - nelle sue opere fanno accesso alcune evidenti influenze simboliste del gusto nordico, che rendono l’arte di Segantini incredibilmente attraente e riconoscibile.
Nel ritratto qui presentato, si nota una grande affinità compositiva con l’Autoritratto che Segantini realizza nel 1895, conservato presso il Museo Segantini di St. Moritz (FIG. 1). Qui Segantini si rappresenta quasi come un profeta. Il suo volto è frontale e ricorda un Cristo bizantino. Infatti, per i simbolisti l’artista è colui che sostituisce con la sua opera le religioni costituite. Le montagne che si scorgono sullo sfondo sono quelle di Maloja, in Engadina (Svizzera), dove si era trasferito nel 1894 per dipingere i grandi paesaggi alpini.
FIG. 1 - Giovanni Segantini, Autoritratto, 1895, carboncino con polvere d’oro e tracce di gesso su tela, 58.5 x 49.5 cm, St. Moritz, Museo Segantini
L’assenza di fonti iconografiche non ci permette di conoscere il motivo per cui Luigi Gallina ritrae l’artista italo-svizzero. Possiamo presumere che i due si siano incontrati sul finire degli anni ’90 dell’800. Stabilitosi da Napoli a Genova intorno al 1896, Luigi Gallina potrebbe aver raggiunto Segantini a Majola. La mano esperta dell’allievo del Morelli ritrae in quest’opera il volto dell’artista divisionista con estrema verosimiglianza. La vicinanza fisiognomica tra l’opera qui presentata e l’Autoritratto del 1895 permette di supporre che Gallina - noto per essere un eccellente ritrattista - abbia realizzato il ritratto proprio in questi anni.
L’opera potrebbe rappresentare un atto di rispetto nei confronti di un artista per il quale Gallina nutriva profonda ammirazione e col quale aveva instaurato una proficua amicizia.