THAYAHT E RAM: DAL FUTURISMO AL NOVECENTO
In esposizione una collezione di inediti disegni firmati dai Michaelles tra il 1914 ed il 1951.
L’occasione costituisce un ulteriore passo avanti nel lento e a tutt’oggi incompiuto processo di riscoperta di due artisti non secondari nel panorama dell’arte italiana del ’900. In particolare, se di Thayaht si è ricominciato a parlare almeno da venticinque anni ed il Mart di Rovereto progetta per il 2005 la mostra che consacrerà l’artista presso il grande pubblico, il lavoro di Ram è ancora sconosciuto ai più, anche a causa della penosa dispersione e distruzione di gran parte delle sue opere durante l’ultimo conflitto mondiale.
Ernesto-Thayaht e Ruggero-Ram nascono a Firenze nell’ultimo decennio dell’Ottocento. Sono i nipoti di Hiram Powers, uno dei padri della moderna scultura americana e membro autorevole di quella piccola colonia internazionale, esclusiva ed elitaria, che si era andata progressivamente radicando nel capoluogo toscano. Giovanissimi, si impongono all’attenzione della critica per un originale eclettismo di sapore cosmopolita.
Tra i due fratelli, RAM (1898-1976) è quello che maggiormente si concentra sulla pittura, un campo che esplora con inesauribile curiosità, sperimentando tecniche e stili diversi ed arrivando ad invadere con autorevolezza numerosi settori limitrofi: è illustratore, scenografo, caricaturista di successo, grafico pubblicitario, disegnatore di tessuti e progettista di oggetti ed arredi. La sua carriera di pittore si snoda attraverso un percorso, in parte ricostruito dai disegni in mostra, che lo vede esordire in area “novecentista”, passare attraverso la temperie del Secondo Futurismo ed approdare, all’inizio degli anni ’30, ad una svolta “neometafisica”.