EDOARDO SERVADIO | 2021 : A TIME ODYSSEY
EDOARDO SERVADIO | 2021 : ODISSEA NEL TEMPO
16 GIUGNO - 13 LUGLIO, 2021A CURA DI MICHELE FERRARI
Antonacci Lapiccirella Fine Art presenta la prima personale in galleria di Edoardo Servadio (Genova, 1986), dal titolo 2021 : ODISSEA NEL TEMPO. La mostra, a cura di Michele Ferrari, si presenta come un progetto coerente e armonico, in cui gli spazi della galleria di via Margutta ospitano le sculture bronzee di Servadio. La selezione delle 28 opere esposte rappresenta un connubio inaspettato e sorprendente, in cui 14 opere d’arte antica dialogano con altrettante opere contemporanee, dando vita ad un insieme di rimandi iconografici ed interessanti assonanze.
TESTO CRITICO DI MICHELE FERRARI
La tecnica scultorea di Edoardo Servadio (Genova, 1986) prende forma da un’immersione completa nelle città che da sempre ispirano il suo lavoro, alimentato da una ‘vivacitas’ di ordine e disordine e caratterizzato da un’indefinibile armonia. Nel temerario progetto artistico intitolato Decoro Urbano l’estetica di Roma viene apertamente sfidata e le proprie strutture rivisitate attraverso l’utilizzo delle più intime simbologie della città: le araldiche di appartenenza ai ventidue rioni e trentacinque quartieri che profilano la poliedrica capitale italiana.
I tombini, apogeo della fogna metropolitana, non sono altro che uno dei punti di partenza prescelti per la manifestazione di una rinnovata estetica colma di emblemi, figure, incarnazioni, rappresentazioni e antonomasie, che rivolge lo sguardo dal futuro ai codici obliati del passato. Il segno dell’ora oltre la curva dell’era.
Influenzato anche dalle vedute di Roma di Gian Battista Piranesi, l’artista compone le sue sculture in bronzo patinato e dipinto in un dinamico gioco lineare di ritmo e di spazio, dove il colore diventa una vivace astrazione infantile, esplorando quasi ossessivamente il potenziale di un singolo metodo compositivo dominato da linee e angoli retti, genesi strutturale alla base del carattere Lapidario Moderno. Un font originale sviluppato come parte integrante di tutto il suo impianto grafico e comunicativo. Da lì un meticoloso processo di addizioni e riduzioni alle figurazioni di Piranesi, unitamente allo stemmario dell’Urbe, dona ai lavori di Servadio una seducente fantasia empirica che affonda le radici nella storia del territorio e di chi lo abita. Un’odissea nel tempo, un’esplorazione onirica in costante equilibro tra simbolo e significato, dove i sottili contrasti interculturali vengono stimolati producendo un’interazione dinamica fra luoghi e genti, riportando i simboli del passato classico a dialogare nuovamente con il presente. A Roma il nuovo oggi è parodia.
Cerere a Primavalle, Apollo nero a Montesacro, Giove all’Alessandrino, Plutone a Pietralata, Nettuno a Collatino, Saturno all’Appio Claudio e Marte a San Basilio sono solo alcune delle antiche divinità prestate, in un susseguirsi di chimeriche combinazioni, ai più recenti quartieri romani.
Una ricerca altresì migratoria indissolubilmente legata al tema del viaggio e composta da numerosi capitoli in continua evoluzione, che tracciano un percorso geometrico che spazia dal mondo fino alle stelle… ed altri pianeti.
Antonacci Lapiccirella Fine Art presenta la prima personale in galleria di Edoardo Servadio (Genova, 1986), dal titolo 2021 : ODISSEA NEL TEMPO. La mostra, a cura di Michele Ferrari, si presenta come un progetto coerente e armonico, in cui gli spazi della galleria di via Margutta ospitano le sculture bronzee di Servadio. La selezione delle 28 opere esposte rappresenta un connubio inaspettato e sorprendente, in cui 14 opere d’arte antica dialogano con altrettante opere contemporanee, dando vita ad un insieme di rimandi iconografici ed interessanti assonanze.
Presentandosi come delle placche bidimensionali in bronzo patinato e dipinto dal forte impatto visivo, i Tombini di Edoardo Servadio sono il risultato di una creativa ma anche ben ponderata pratica artistica che rivisita interamente lo stemmario araldico peculiare ai 22 rioni e 35 quartieri che compongono Roma - stemmi esteticamente rielaborati in caso di una simbologia già esistente o creati ex novo dall’artista seguendo indagini e studi che intrecciano storia, fantasia, leggenda e geografia del territorio, una sorta di antropologia urbana. I Tombini fanno parte di un progetto più ampio, intitolato ‘Decoro Urbano’, che vuole riportare al presente luoghi e memorie della storia dell’Urbe.
Angoli e curve sono gli opposti geometrici di riferimento e spunto concettuale per la mostra, trovando sublimazione nel confronto di due opere molto differenti eppur cosi corrispondenti: il Profilo continuo di Renato Bertelli e l’Alfabeto Lapidario Moderno, il primo - un’opera futurista del 1933 - priva di angoli, il secondo - il nuovo carattere tipografico di Servadio - privo di curve, producendo insieme una dissonanza estetica unitaria nella sua diversità.
Dunque, 28 opere esposte per 28 giorni in un’affascinante evoluzione temporale dal II secolo d.C. al 2021 che ha piacere di essere un’odissea nel tempo.