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Opere
Francesco GAMBA TURIN 1818 -1887
Panorama di Torino dalla villa Barbaroux, 1851Olio su tela95 x 200 cmFirmato e datato in basso al centro: "F. Gamba 1851" - Sul retro etichette espositive: "V.E. / N° 81 e N° 11"
SOLD
FONDAZIONE ITALIANA
Mostre
Promotrice di Belle Arti, Torino, 1852
Una infinita bellezza. Paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea , Reggia di Venaria Reale, Citroniera, Torino, 2021
Bibliografia
P. Giuria, Del paesaggio e de’ paesaggisti piemontesi…1853, pp. 23-27, ibid 211;
E. Bellini, Pittori piemontesi dell’Ottocento e del primo Novecento (delle Promotrici Torinesi) 1998, Torino, Libreria Piemontese Editrice, p. 191
Una infinita bellezza. Paesaggio in Italia dalla pittura romantica all’arte contemporanea , Reggia di Venaria Reale, CitronieraNel 1842 Francesco Gamba partecipò alla prima esposizione della Società promotrice delle belle arti di Torino, rassegna cui prese parte spesso in seguito, esponendo alcuni suoi paesaggi al fianco di altri giovani paesisti quali G. Camino, A. Beccaria, F. Cerruti Bauduc, E. Perotti e C. Piacenza. Alla Promotrice del 1846 offrì, attraverso una decina di dipinti, una pressoché completa antologia dei suoi viaggi di studio, compiuti fra il 1842 e il 1845 nelle città di Roma, Napoli e Venezia, luoghi d’incontro di artisti italiani e stranieri. Appaiono significativi gli acquisti di opere eseguite dal Gamba compiuti in questo periodo dalla famiglia dei banchieri Nigra (Il Canal Grande in Venezia e Il lago Maggiore tra Baveno e Stresa) e da Giovanni Mestrallet (Luogo palustre nel Canavese), che testimoniano un precoce interesse da parte della borghesia emergente torinese verso la pittura di paesaggio dell’artista.
Tra il 1845 e il 1855 il pittore torinese compì numerosi soggiorni all’estero entrando in contatto con gli artisti della scuola di Fontainebleau e con i pittori della scuola di Düsseldorf, in particolare i marinisti A. Achenbach e H. Mevius.
Nel 1853, P. Giuria, critico d’arte e pittore paesista, inserì il nostro accanto agli artisti della sua generazione, all’interno di quella nuova “scuola piemontese” del paesaggio, lontana dalle convenzioni dell’arte accademica, direttamente ispirata “all’aere aperto, all’aspetto della natura vivente” (p. 211) e, al tempo stesso, distante da un approccio esclusivamente mimetico del dato naturale. All’interno di questa cornice interpretativa al Gamba veniva riconosciuto il merito di aver rinnovato “il genere della marina […] meditata sul vero”. Giuria non dimenticò tuttavia di segnalare come rappresentative della pittura del Gamba anche Panorama di Torino (1852) e Panorama di Moncalieri verso ponente (1853: Agliè, castello).
Proprio il Panorama di Torino menzionato dal Giuria può essere individuato nel dipinto qui presentato, nel quale una meticolosa veduta topografica della città sabauda ripresa dalla settecentesca Villa Barbaroux, è dominata dal profilo della chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini. La chiesa, costruita sulle fondamenta di un’antica fortezza su progetto di Giacomo Soldati modificato da Ascanio Vitozzi, segna la valenza simbolica della politica di alleanze strette dai Savoia con gli ordini religiosi tra Cinque e Seicento.
Le opere di Gamba furono molto apprezzate dalla famiglia reale in particolare dalla regina madre Maria Teresa d’Asburgo e Oddone di Savoia così come di vari esponenti della nobiltà piemontese tra cui possiamo citare il conte Cristino d’Entrèves, il conte Carlo Arnaboldi Gazzaniga, il marchese Filippo Ala Ponzoni.
Mare montante, partenza per la pesca fa parte delle collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna e contemporanea di Torino mentre l’olio su cartone del 1865 Marina si trova oggi nelle collezioni della Galleria d’Arte Moderna di Genova, proveniente dalla collezione di dipinti di paesaggio di Oddone di Savoia.73di 118
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