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Opere
GIOVANNI BOLDINI Italian, FERRARA 1842-PARIS 1931
Ritratto di Mme. Lucie Gérard, c. 1890Pastello su tela55 x 46,2 cmFirmato in basso a destra: Boldini
VENDUTO
Provenienza
Probabilmente collezione La Rochefoucauld; Galleria La Fenice, Venezia (la loro etichetta precedentemente sul vecchio supporto); collezione privata, Parigi; Vendita anonima, Parigi, Hôtel Drouot (Couturier-Nicolay), 15 aprile 1988, lotto 32; collezione privata, Francia; collezione privata, Roma.
Mostre
Probabilmente Parigi, Hôtel Jean Charpentier, Boldini, 1931, n.55 (‘Portait de Lucie Gérard’, prestato da M. Kelekian).
Bibliografia
P. Dini, F. Dini, Giovanni Boldini 1842-1931: Catalogo Ragionato. Vol. III: Catalogo ragionato della pittura a olio con un’ampia selezione di pastelli e acquerelli, tomo primo, Torino 2002, p. 321, n. 590 (come ubicazione sconosciuta)
Giovanni Boldini, ferrarese di nascita, viene iniziato al disegno dal padre Antonio, appassionato pittore di matrice purista neoquattrocentesca. All’età di vent’anni si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Firenze, ma ben presto si allontana dai meri tecnicismi accademici e entra in contatto con una vivace schiera di pittori e intellettuali aggregatasi sotto il nome di “Macchiaioli”. Un nuovo approccio pittorico basato sull’osservazione diretta della natura è senza dubbio stimolante per Boldini che, proprio grazie all’esperienza macchiaiola, ha l’opportunità di costituire la solida struttura luministica che ravviverà i suoi successivi dipinti francesi.
È proprio a Parigi infatti che Giovanni Boldini trova, come altri suoi connazionali, la fama e la fortuna artistica tanto desiderata. Nonostante il suo debutto parigino al Salon de Mars del 1874 si focalizzi su quadri di genere e vedute di città, Boldini fa del ritratto il suo genere prediletto, in cui molto spesso - come in questo caso - le donne sono vere protagoniste e indiscussa «scintilla» di una carica espressiva che tenta di cogliere l'attimo fuggente. Una caratteristica che nasce da un interesse ben preciso da sempre perseguito dal Boldini, ossia il tentativo di tradurre visivamente lo svolgersi del tempo, della vita.
Tra i ritrattisti mondani del suo tempo Boldini è colui che riesce più di altri ad incarnare il mito della Belle Époque, il suo stile di pittura audace e fluido si rivela di grandissimo successo, la sua pittura diviene specchio della frizzante alta società di quegli anni. Egli infatti, grazie anche ai rapporti intercorsi con il noto mercante d’arte Adolphe Gouplin, entra a far parte della più esclusiva cerchia mondana parigina, della quale diviene un attento osservatore e l'interprete di maggior successo.
È in questa fase (e l’opera qui presentata ne è la testimonianza) che i tratti caratteristici della briosa atmosfera parigina vengono assorbiti dalla sua tavolozza, schiarendosi con toni luminosi e colpi di luce.
All’interno di questo entourage d’élite, Boldini entra in contatto con una serie di artisti affermati, intrecciando in particolare un’amicizia salda e proficua con Edgar Degas. Proprio sotto l’influenza di quest’ultimo, Boldini inizia a utilizzare ampiamente la tecnica del pastello negli anni '80 dell'Ottocento, non solo negli studi ma anche per commissioni di ritratti di grandi dimensioni. È così che, sul finire del secolo lo stile dell'artista, da sempre contraddistinto da un segno dinamico, diviene più ricco di variazioni cromatiche e sperimentazioni formali. La ritrattistica boldiniana si arricchisce di nuovi metodi d'esecuzione, ed è proprio qui che si inserisce lo splendido ritratto a pastello da noi presentato.
Fig. 1
La Baronessa in Rosa, pastello, 90x71cm, Milano, collezione privataFig. 2
Marie-Louise Philiberte Lucie GérardL’opera dimostra chiaramente la padronanza dell'artista in una tecnica così delicata e impegnativa. Ritratto di Mme. Lucie Gérard può essere messo in relazione con un altro ritratto a pastello più grande dello stesso soggetto, in una collezione privata a Milano, conosciuto come La Baronessa in rosa (Lucie Gérard) (Fig.1) opera chemanca però della freschezza e immediatezza del pastello qui presentato. Un dato importante quest’ultimo, tanto da far supporre che Boldini, innamoratosi del soggetto possa aver deciso di realizzare un secondo ritratto della “baronessa in rosa”, sempre a pastello, che si concentra maggiormente sul volto della bellissima donna. Il soggetto ritratto è Madame Lucie Gérard (Fig. 2) – nata Marie-Louise Philiberte Lucy Gérard (Lione 1872 – Parigi 1941), attrice francese di teatro e film muti. Inizia a recitare nella sua adolescenza, con il suo debutto a Parigi nel 1888, nell'opera Isoline. Nell’arco della sua carriera l’attrice cambia il proprio cognome e si fa chiamare Mareil. A partire dal 1916, con questo nome infatti la donna è rintracciabile in una dozzina di film muti francesi. Secondo uno dei più stretti amici dell'artista, il caricaturista Georges Gourçat, Lucie Gérard faceva parte di un ristretto gruppo di amici che si incontravano regolarmente a casa di Boldini la domenica pomeriggio dopo le corse di Auteuil o di Longchamps. Data la sua notorietà e la sua bellezza, l'attrice era il soggetto ambito di cartoline ricordo (Fig. 3), carte di sigarette (Fig. 4). Le fotografie dell’attrice datate nell’ultimo quarto del secolo, permettono di datare questo pastello intorno al 1890 circa.
Fig. 3
Lucie Gérard, cartolina francesce, 1895 circa
Fig.4
Lucie Gérard, dalla serie Actors and Actresses, per le Sigarette Virginia Brights, 188849di 118
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