Collezione Giuliano Briganti Roma; Collezione privata, Roma
Bibliografia
Jennifer Montagu in Jacques Thuillier and Jennifer Montagu, Charles Le Brun, 1619-1690. Peintre et dessinateur (ex. cat.), Versailles 1963, cat. nos. 53 & 56, pp. 150-1.
Pierre Rosenberg, ‘Deux dessins du jeune Le Brun’, Scritti di storia dell’arte in onore di Raffaello Causa, Naples 1988, pp. 157-60.
Barbara Brejon de Lavergnée et al, Autour de Simon Vouet (ex. cat.), Paris 1996, cat. 29, p. 74-5
Bénédicte Gady, L’ascension de Charles Le Brun: Liens sociaux et production artistique, Paris 2010, pp. 69- 73, figs 50-54.
Charles Le Brun eseguì questi due raffinati disegni preparatori per una serie di rare incisioni all’acquaforte raffiguranti le cosiddette Quatre Parties du Jour – le quattro parti del giorno. Essi mostrano l’Aurora e la Notte e sono tra i primi disegni compositivi dell’artista. Entrambi ritraggono un satiro, una baccante e un bambino. Nell’Aurora, il satiro è seduto eretto, con la testa rivolta allo spettatore. Accanto a lui, Le Brun ha posto un grande vaso mentre il muso di un asino emerge dagli alberi sullo sfondo. La baccante, una sacerdotessa di Bacco, è ritratta di tre-quarti, il capo delicatamente appoggiato sulla mano. Un bimbo paffuto le dorme in grembo, col viso nascosto dalle ginocchia del satiro. Dietro la sacerdotessa, un gallo annuncia l’inizio del giorno. Nella Notte, la baccante e il satiro dormono sul terreno, con il bimbo acciambellato tra le braccia di quest’ultimo.
I disegni sono il precoce lavoro di un artista molto ambizioso che si sarebbe in seguito affermato come uno dei più elevati esponenti del mecenatismo di Luigi XIV, probabilmente eseguiti tra il 1635 e il 1642, periodo durante il quale Le Brun era allievo di François Perrier e poi di Simon Vouet. Infatti, sia i soggetti che lo stile denotano una marcata affinità con i contemporanei lavori di Vouet e la sua cerchia. La grande attenzione nella padronanza del gessetto nero ci rammenta che si tratta del lavoro di un giovane uomo, al di sotto dei vent’anni, le cui opere successive mostrano una sicurezza di gran lunga maggiore. Il soggetto delle quattro parti del giorno si presta in modo eccellente come esercizio compositivo, in quanto oltre a necessitare di una definizione dello spazio pittorico nel quale Le Brun colloca i suoi tre protagonisti in quattro differenti costellazioni, richiede una precisa conoscenza delle proporzioni del corpo umano – maschile e femminile; e infatti il braccio del satiro raffigurato nell’Aurora è testimone del fatto che Le Brun fosse ancora in via di apprendimento del proprio mestiere. Il Cabinet des Estampes e la Bibliotéque Nationale de France a Parigi conservano uno schizzo eseguito a sanguigna attinente a questo satiro in cui il braccio è in effetti reso in maniera più convincente. Pierre Rosenberg ha ipotizzato che questo disegno preparatorio mostri quanto attentamente Le Brun studiasse ogni singolo personaggio prima di procedere alla sua raffigurazione. La Baccante addormentata nella Notte, dal canto suo, mostra come il giovane artista riuscisse ad affrontare con successo le problematiche di prospettiva. Infine, per riportare i diversi momenti del giorno e la tridimensionalità del corpo umano, Le Brun sembra aver prestato particolare attenzione alla luce e alle ombre.
Nell’arco della sua vita l’artista ha sempre esplorato soggetti allegorici e mitologici, sviluppando un linguaggio visivo molto ampio, al quale i disegni dell’Aurora e della Notte hanno contribuito come forma di esercizio. Le Brun eseguì numerose stampe a cavallo del 1640; una serie completa di quattro incisioni all’acquaforte raffiguranti le fasi della giornata è conservata al Musée des Baux-Arts di Nancy (Aurora, TH-99-15-599; Mezzogiorno, TH-99-15-728; Sera, TH-99-15-727; Notte, TH-99-15-596).
Le Brun fu un artista straordinariamente versatile. Il suo primo mecenate fu il Cancelliere Pierre Séguier che finanziò il suo soggiorno a Roma nel 1642, dove fu accolto sotto l’ala protettiva di Nicolas Poussin, il quale rappresentò per lui il modello per tutta l’esistenza. A differenza di altri artisti, Le Brun trascorse solamente quattro anni nella Città Eterna. Benché abbia certamente tratto molto beneficio dallo studio dei dipinti e delle sculture antiche e rinascimentali, cercò di tornare a Parigi il prima possibile per affermarsi come pittore storico. Nel 1648, divenne uno dei padri fondatori della Accademia Reale di Francia di Pittura e Scultura, della quale fu in seguito nominato direttore.
Le Brun non eccelleva soltanto nella pittura sia dal punto di vista dell’esecuzione che della teoria, ma disegnò anche molte serie di arazzi e sovrintese alla realizzazione delle parti decorative di numerosi e importanti interni. Negli anni 50 del 1600 ricevette incarico dall’allora ministro delle Finanze francese Nicolas Fouquet di decorare le sale di rappresentanza di Vaux-le-Vicomte e di realizzare il cartone per la produzione di arazzi da alto liccio tessuti a Maincy. Successivamente alla caduta in disgrazia di Foquet, Le Brun fu nominato direttore della fabbrica Gobelins per la produzione degli arredi per le residenze reali. In seguito fu insignito Primo Pittore del Re e nominato responsabile delle decorazioni d’interni della sempre crescente dimora di Luigi XIV a Versailles.