The Dictionary of Art, a cura di Jane Turner, London, Mcmillan, 1996, XIX, p. 283.
Autour de Lévy-Dhurmer: visionnaires et intimistes en 1900, catalogo della mostra (Parigi, Grand Palais, 3 marzo – 30 aprile 1973), Paris, Editions des museés nationaux, 1973.
Lévy-Dhurmer, catalogo della mostra a cura di Camille Mauclair, (Bruxelles, Galerie des artistes français, 20 dicembre 1927 – 3 gennaio 1928), Bruxelles, 1928, cat. n. 31.
Lucien Lévy, figlio di Salomon Lévy e Pauline-Amélie Goldhurmer, nasce a Algeri nel 1865. Trasferitosi in Francia, nel 1879 all’Ecole Supérieure de Dessin et de la Sculpture di Parigi dove studia sotto la direzione di Wallet e Raphaël Collin. Una volta terminati la sua formazione trova un primo impiego come litografo, successivamente, dal 1887 al 1895, entra come ceramista nella manifattura di Clément Massier vicino Cannes. In questi anni Lévy inizia a praticare la pittura ad olio ed il pastello, tecniche a cui man mano si dedica sempre più assiduamente. Nel 1895, dopo un breve soggiorno in Italia, rientra a Parigi dove nel 1896 inaugura la prima mostra personale presso la nota galleria Georges Petit dove esibisce 24 opere (16 pastelli, 2 sanguigne e 6 dipinti) e grazie alla quale riesce ad implementare in modo esponenziale la usa fama. Dall’anno seguente partecipa regolarmente al Salon de la Societé Nationale des beaux arts.
Le opere di Lévy, fortemente influenzato sia da un punto di vista stilistico che iconografico dal simbolismo, se ne distaccano a partire dai primi anni del Novecento.
Il disegno Due Sikhs, eseguito nel 1917, mostra come il simbolismo sia mutato ora in una resa pittorica più intimista, dove il rimando all’onirico resta presente nell’evanescenza dello sfondo da cui i due personaggi prendono forma come in una magia visiva. La superficie appare dipinta a piccoli tocchi sovrapposti, tecnica che consente alla luce di materializzarsi in vivaci vibrazioni.
I due uomini ritratti sono seguaci del movimento religioso indiano chiamato sikhismo, entrambi dipinti di profilo, con indosso un turbante, lo sguardo grave ma al tempo stesso sereno della propria misticità. La passione di Lévy per l’oriente si era concretizzata in numerosi viaggi che l’artista aveva fatto tra il Marocco e l’India, luoghi dove aveva trovato grande ispirazione poi sfociata nella realizzazione di delicati pastelli.
Come è possibile notare dall’etichetta affissa sul retro del foglio, Due Sikhs era stato esposto nel dicembre 1927 a Bruxelles presso la Galerie des artistes français con il titolo Deux profils d’hindous. Di questo disegno esiste un olio su tela analogo intitolato Algériens, donato nel 1976 al museo Paul Valéry a Sète dai signori Zagorowki.