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Opere
SILVESTRE CUFFARO BAGHERIA 1905-1975
Il giocatore di pallanuoto (o Il pallanuotista), 1942BronzoHeight 28,5 x 33,5 x 26 cmFirmata sul bordo: S.C. / Roma XX
SOLD
Provenienza
Roma, collezione privata
Bibliografia
Vittorio Sgarbi, Vigorose impronte: Pina Calì pittrice, Silvestre Cuffàro scultore, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bagheria, a cura di Paolo Ferruzzi, Editore Falcone, 2006
Bellissimo esempio della migliore statuaria di Silvestre Cuffaro, autore siciliano attivo nella seconda metà del Novecento tra Roma e la Sicilia, definito nel 1932 dal conterraneo Renato Guttuso “modernissimo allo stesso tempo che antico” (1).
Artista ad oggi poco conosciuto, per aver scelto di tornare nell’isola natia(2), Cuffaro si può annoverare tra i maggiori scultori del Novecento. Dopo il precoce esordio, avvenuto nel 1928 con il proprio maestro d’Accademia Mario Rutelli, alla realizzazione dei bassorilievi laterali del Monumento ad Anita Garibaldi sul Gianicolo, Cuffaro prenderà parte a numerose mostre dell’epoca, tra cui le Sindacali del 1932 e del 1935, la Biennale di Venezia del 1936 e la Quadriennale del 1939, ottenendovi sempre premi e prestigiosi riconoscimenti pubblici (3).
Nonostante Il Pallanuotistasia di qualche anno successivo alle grandi sculture del Foro Italico, ne richiama decisamente la tematica, una cosa che si può attribuire alla fortuna riscossa dal tema sportivo presso i giovani scultori, negli anni successivi la grande impresa del Foro Mussolini (basti pensare che il conterraneo di Cuffaro, Francesco Messina, nel 1932 aveva inviato alla Biennale di Venezia ben sei sculture dedicate allo sport)(4).
Tuttavia Cuffaro è qui portatore di una poetica in fondo diversa, intima e colma di idealismo sportivo, piuttosto che di propaganda politica. Un’opera intensa, nella quale l’artista coglie l’attimo in cui il giocatore è in procinto di scagliare la palla in porta: il gesto vigoroso comunica il movimento all’acqua, cristallizzata nel movimento che forma le creste dei flutti, mentre emerge dall’acqua il corpo perfetto dell’atleta, con la muscolatura del tronco e del braccio, di fattura liscia e accurata, individuate con ellenica precisione.
E’ un’opera totalmente – e precocemente – liberata da qualsiasi accezione retorica, forse anche a causa delle riflessioni avviate con il gruppo di artisti siciliani a Roma, Peppino Piccolo, Renato Guttuso e Mimì Lazzaro. A differenza delle figure di atleti del Foro, infatti, qui la figura è profondamente umana e antiretorica, lontana tanto dall’accademismo, quanto da un pretestuoso antiaccademismo; Cuffaro dà vita a quella plastica vigorosa ma morbida e vera, che porterà Vittorio Sgarbi a notare in lui: «Una potente e candida visione della natura, una vera egloga pastorale, nelle belle testimonianze non accademiche di Cuffaro, [che ]gli garantiscono, per l’evidente sincerità di accenti e la meditata, arcaica, ancora neoquattrocentesca scelta formale, un posto non marginale nella vicenda della scultura di questo secolo…»(5).
- Renato Guttuso, Lo scultore Silvestre Cuffaro, in “Bagheria oggi”, 1932, ora in:Renato Guttuso. Scritti, a cura di Marco Carapezza, Bompiani, Milano 2013, pp. 21-22
- Nel breve testo di presentazione dell’artista nella mostra al Castello di Mesola, a proposito della difficoltà di molti valorosi artisti, tra cui Cuffaro, a far travalicare alla propria fama i confini della Sicilia, si parla di una “maledizione dell’isola” ( cfr: Scultura italiana del primo Novecento, Catalogo della Mostra a cura di Vittorio Sgarbi, castello Estense, Mesola 2 maggio – 30 luglio 1992, Grafis editore, Bologna, 1992, p. 8)
- Alla Sindacale Regionale di Sicilia che si tiene a Palermo nel 1932 gli viene conferita la medaglia d’argento, con il bassorilievo “Il Racconto” ottiene la medaglia d’oro alla VI Mostra d’Arte del Sindacato interprovinciale Belle Arti di Sicilia. Nel dopoguerra riprende l’attività espositiva e l’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo (della quale è direttore nel 1957), intercalando anche la sua partecipazione ai concorsi, in seguito alla cui vincita realizza, in Sicilia, una serie di monumenti , tra cui il Monumento a Vittorio Emanuele Orlando a Palermo, la grande statua di Cerere nel 1954 a Gela, il Monumento ai Caduti della Guerra a Bagheria nel 1954, i Bassorilievi per la nuova sede del Banco di Sicilia nel 1956 e per il Palazzo delle Poste nel 1958 ad Augusta.
- Maristella Margozzi,Stadio dei marmi. Lo sport attraverso la statuaria moderna, in Maria Luisa Neri, Enrico Del Debbio architetto. La misura della modernità, catalogo della mostra tenuta a Roma, Galleria Nazionale d’arte moderna, 7 dicembre 2006 – 4 febbraio 2007, Roma 2006, p. 419
- Scultura italiana del primo Novecento, Catalogo della Mostra… (op. cit.) Bologna, 1992, pp. 80-81
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