![FRANCESCO PAOLO MICHETTI, Head of a Young Girl, 1890 c.](https://artlogic-res.cloudinary.com/w_1600,h_1600,c_limit,f_auto,fl_lossy,q_auto/ws-artlogicwebsite0395/usr/images/artworks/main_image/items/2d/2d4c76757a4f43aabbc31651c829c66e/michetti-ragazza-mail.jpg)
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FRANCESCO PAOLO MICHETTI Tocco da Casauria, 1851-Francavilla al Mare, 1929
78 x 73 x 3 cm (con la cornice)
Artista internazionale nella Parigi degli anni Settanta dell’Ottocento, pittore ufficiale del regno d’Italia alla fine del secolo, animatore del Cenacolo di Francavilla, che raccoglieva personalità quali Gabriele d’Annunzio, Francesco Paolo Tosti, Paolo De Cecco e Costantino Barbella, Francesco Paolo Michetti (Tocco da Casauria 1851 – Francavilla al Mare 1929) è uno dei maggiori protagonisti della pittura italiana a cavallo tra Ottocento e Novecento. Raggiunto il successo all’Esposizione nazionale di Napoli del 1877 con La processione del Corpus Domini a Chieti (collezione privata), un’opera travolgente e strabordante che trascinava il pubblico in uno scenario festoso e inatteso, e consolidata la fama con le solenni figure organizzate nel policentrico spazio di Il Voto, acquistato all’Esposizione internazionale di Roma del 1883 dalla Galleria nazionale d’arte moderna, l’artista narra costantemente il suo Abruzzo, stretto tra terra e mare, i cui costumi antichi e ancestrali vanno scomparendo sotto la pressione della modernità. La sua natura e la sua gente costituiscono protagonisti di un grande poema ciclico e simbolico di vita e morte, gioia e dolore, di cui ogni opera costituisce un canto. Michetti descrive un mondo pastorale, agricolo e marinaro, popolato di figure in perenne movimento, impegnate nelle occupazioni di tutti i giorni, ma anche ritratte negli abiti migliori dei giorni di festa. Per la prima volta nel 1881 presenta all’Esposizione di Milano con il generico titolo di Studi a tempera un universo di personaggi, che costituisce la base di una ricerca sempre più si orientata in direzione del volto, come attestano i numerosi studi eseguiti per Il Voto. “Facendo l’analisi della fisionomia umana, il maestro cercava, trovava, sapeva estrarre il tipo [...]. Alcune di quelle teste sono prodigi di penetrazione psicologica e di fattura”1, commentava nel 1896 d’Annunzio in un fondamentale saggio sull’artista. Queste teste sono, quindi, presentate all’Esposizione di Torino del 1884 in eliotipia, realizzate con un “disegno incisivo, voluto, severamente serrato”2 che colpisce la critica. Si tratta di una prassi di studio ormai consolidata. I volti, le posture, i costumi dei modelli sono indagati attraverso la fotografia e opere a tecnica mista su carta, che costituiscono più che degli studi delle vere e proprie opere autonome. Il pensiero di Michetti è circolare. I protagonisti dell’epos abruzzese, che trova il suo coronamento nelle numerose opere dedicate al tema della Figlia di Jorio, sono inseriti sia all’interno di composizioni complesse sia ritratti singolarmente in un continuo e mutuo scambio tra collettivo e individuale e tra pittura e fotografia.
Di taglio fotografico è l’opera in esame, documentata da una foto d’epoca conservata nell’archivio fotografico Michetti (fig. 1).
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Il moto del volto della giovane popolana abruzzese, che interamente satura lo spazio della composizione, è fissato come in un’istantanea. A cavallo tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del Novecento, Michetti utilizza con sapienza il bianco e nero, raggiungendo degli esiti prossimi alla fotografia. Le diverse tonalità di grigio suggeriscono la trama della stoffa del fazzoletto, il luccichio degli orecchini e della collana dorata e soprattutto il colore chiaro degli occhi della modella, una giovane dagli occhi azzurri che compare tra il 1883 e il 1888 in almeno altre tre opere. È datato 1883 un primo ritratto di profilo (collezione privata, fig. 2), seguito nel 1887 da un secondo in cui la giovane è raffigurata in età leggermente più avanzata (fig. 3, Milano, Casa di riposo per musicisti Fondazione Giuseppe Verdi). La stessa modella compare, infine, a figura intera in Incontro a Francavilla (fig. 4, collezione privata), opera esposta alla Biennale di Venezia del 1887 e già appartenuta alla collezione Savoia.
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3. Testa di giovane contadina, 1887, Milano, Casa di riposo per musicisti Fondazione Giuseppe Verdi
4. Incontro a Francavilla, 1888-1890 circa, collezione privata
Si tratta di lavori realizzati a colori in un ridotto arco di tempo. Differentemente quest’ultima testa femminile potrebbe essere stata realizzata leggermente più tardi sulla base di un disegno o di uno studio fotografico. È, infatti, ragionevole proporre una datazione a ridosso degli anni Novanta per via del peculiare uso del bianco e nero, che inizia a ricorrere nella produzione di Michetti a partire da tale periodo. È databile intorno al 1887 una delle prime prove del genere (fig. 5, Genova, Raccolte Frugone), che ritrae con lo sguardo corrucciato la stessa giovane dagli occhi azzurri delle opere precedenti. Michetti si concentra sul volto e sugli occhi che rende chiari attraverso un sapiente uso dei grigi. L’opera analizzata in questa sede appare, tuttavia, più prossima agli studi per La figlia di Jorio realizzati nel 1893 per composizione, intensità emotiva, espressività e trattamento dello sfondo (fig. 6, Aligi (studio per La figlia di Jorio), 1893-1895 circa, collezione privata).
5. Testa di fanciulla, 1887 c., Genova, Raccolte Frugone
6. Aligi (studio per La figlia di Jorio), 1893-1895 c., collezione privata
- Teresa Sacchi Lodispoto
1 - G. d’Annunzio, Nota su F. P. Michetti, “Il Convito”, 1896, 8, pp. 583-592, p. 589.
2 - L. Chirtani, I pittori all’Esposizione artistica di Venezia. Michetti nuovo, “Corriere della Sera”, 13 maggio 1887.