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Pietro PERSICALLI
72 x 55 x 2 cm (con la cornice)
Bibliografia
Mario Finazzi (a cura di), Piero Persicalli. Abissi e seduzioni, Roma 2022, n.41
Il Déco in Italia, l’eleganza della modernità, catalogo della mostra a Forte di Bard, Valla d’Aosta, 2 dicembre 2022 al 10 aprile 2023, p. 24.
Piero Persicalli inizia gli studi all’Accademia di Monaco di Baviera nel 1909, discepolo di Habermann e Knirr. Dopo un rapido passaggio a Roma tra il 1912 e il 1913 va a Vienna dove esordisce con la sua prima personale al “Circolo degli artisti”. In questi primi anni di formazione l’artista viene sedotto dagli aspetti più visionari dell’estetica secessionista monachese e viennese[1], elemento che ritroveremo in tutta la sua arte futura.
In quegli stessi anni espone al Salone degli Indipendenti a Parigi. Dopo la prima guerra mondiale è presente alla prima Biennale di Romae alla Fiorentina Primaverile del 1922 con Cardi in riva al mare e Contadina dei dintorni di Zara. Carlo Carrà scrive che Persicalli “appartiene a quella categoria di artisti nostri che hanno maturato la loro arte all’estero”[2].
Il 1925 sembra segnare il culmine del successo di Piero Persicalli, che arriva ad essere conosciuto anche a livello nazionale. Nella prima edizione del dizionario dei pittori Comanducci (1934) viene definito “colorista vivace con tecnica liberamente divisionista”.
In effetti, questa definizione è perfettamente calzante. La linea di ricerca distintiva dell’arte di Piero Persicalli sembra scissa in due: da una parte una salda padronanza dei canoni divisionisti e tardo divisionisti, dall’altra una spiccata tendenza decorativa e sperimentale. È davvero incredibile come queste due anime non siano affatto lontane tra loro ma anzi, nelle opere di Persicalli si fondono tanto da sembrare una la prosecuzione dell’altra
In alcune opere di Persicalli, in particolar modo quelle prodotte a ridosso e durante la prima guerra mondiale, il tratto secessionista è maggiormente evidente; in questi anni le occasioni espositive quasi si azzerarono, ma l’attività creativa di Persicalli non rallentò. L’artista riflette attentamente su quanto visto a Vienna, filtrandone però la forza decorativa attraverso il proprio interesse per fauna e flora marina.
Ciò viene perfettamente espresso nell’opera qui presentata Sguardo negli abissi, dove pur ispirandosi a Klimt, Persicalli addolcisce la stilizzazione geometrica e riporta l’astrazione a un livello più contenuto così da permettere la riconoscibilità degli elementi naturali che lo hanno ispirato: alghe, piante marine, conchiglie, riflessi acquatici.
La datazione dell’opera in questione è basata, oltre che al supporto cartaceo antecedente alla data indicata a matita sul retro, dal forte potere espressivo del volto che appare in alto a sinistra, con ogni probabilità tratto dal marmo L’Orage di August Rodin (Fig. 1), che rimanda all’immaginario simbolista dei primi anni dieci. Altra citazione che permette di retrodatare l’opera si riferisce alla forma di medusa pubblicata nel volume di Ernst Haeckel, Die Natur als Kümstlerin, (Fig. 2) del 1913, molto simile alla forma che Persicalli inserisce qui nel disegno.
È evidente, in questa fase di ricerca, l’intenzione dell’artista di enfatizzare l’aspetto più decorativo della propria arte, partendo sì dai ricordi secessionisti, ma in maniera meno monumentale.
Fig. 1 - August Rodin, L’Orage, 1901, marmo, Collezione privata
Fig. 2 - Ernst Haeckel, Die Natur als Kümstlerin, Berlin, 1913
[1] Hugo Von Habermann fu tra è fondatori della Secessione di Monaco. Heinrich Knirr partecipò sia alla Secessione monachese che a quella viennese.
[2] Carlo Carrà, Pietro Persicalli, in Catalogo della VIIIa Esposizione Autunnale d’arte, catalogo della mostra Istituto G. Carducci, Como, 1924, op. cit., p. 39.