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Pietro PERSICALLI
Mostre
Mario Finazzi (a cura di), Piero Persicalli. Abissi e seduzioni, Roma 2022, p. 107, n. 8, tav IV.
Piero Persicalli inizia gli studi all’Accademia di Monaco di Baviera nel 1909, discepolo di Habermann e Knirr. Dopo un rapido passaggio a Roma tra il 1912 e il 1913 va a Vienna dove esordisce con la sua prima personale al “Circolo degli artisti”. In questi anni di formazione l’artista viene sedotto dagli aspetti più visionari dell’estetica secessionista monachese e viennese[1], elemento che ritroveremo in tutta la sua arte futura.
In quegli stessi anni espone al Salone degli Indipendenti a Parigi. Dopo la prima guerra mondiale è presente alla prima Biennale di Roma nel 1921 e alla Fiorentina Primaverile nel 1922 con Cardi in riva al mare e Contadina dei dintorni di Zara. Carlo Carrà scrive che Persicalli “appartiene a quella categoria di artisti nostri che hanno maturato la loro arte all’estero”[2]. Il 1925 sembra segnare il culmine del successo di Piero Persicalli, che arriva ad essere conosciuto anche a livello nazionale. Nella prima edizione del dizionario dei pittori Comanducci (1934) viene definito “colorista vivace con tecnica liberamente divisionista”.
In effetti, questa definizione è perfettamente calzante. La linea di ricerca distintiva dell’arte di Piero Persicalli sembra scissa in due: da una parte una salda padronanza dei canoni divisionisti e tardo divisionisti, dall’altra una spiccata tendenza decorativa e sperimentale. È davvero incredibile come queste due anime non siano affatto lontane tra loro ma anzi, nelle opere di Persicalli si fondono tanto da sembrare una la prosecuzione dell’altra.
L’opera qui presentata, Donna con coppa nera, svela l’esistenza di un’ulteriore anima artistica del pittore, che si distingue per essere un artista eclettico e propenso alla continua sperimentazione.
Una donna in posizione ieratica, frontale, occupa quasi per intero la superfice del cartoncino bruno. Il suo sguardo è verso lo spettatore. Davanti a lei una grande coppa nera, co-protagonista dell’opera. Una serie di ripetizioni della forma del cerchio, la grande luna alle sue spalle, gli orecchini e il ciondolo della collana della donna, i decori della coppa, sembrano indicare una simbologia evidente, il cui significato sfugge allo spettatore, ma carica l’opera di mistero.
L’influenza cromatica di matrice espressionistica nord-europea è abbastanza evidente in questo lavoro: possiamo scorgere la suggestione del cielo rosso alle spalle della donna, o anche nel blu del suo abito, entrambi colori violenti, molto presenti nelle opere di Edvard Munch.
L’opera, datata sul retro 1910 c., potrebbe essere stata realizzata a Roma, nella fase di passaggio tra Monaco e Vienna. Assai rilevante in questi anni è l’influenza dell’artista norvegese, di cui Persicalli ha senz’altro visto alcuni lavori presso il Die Moderne Kunsthandlung di Monaco.
Piero Persicalli inizia gli studi all’Accademia di Monaco di Baviera nel 1909, discepolo di Habermann e Knirr. Dopo un rapido passaggio a Roma tra il 1912 e il 1913 va a Vienna dove esordisce con la sua prima personale al “Circolo degli artisti”. In questi anni di formazione l’artista viene sedotto dagli aspetti più visionari dell’estetica secessionista monachese e viennese[1], elemento che ritroveremo in tutta la sua arte futura.
In quegli stessi anni espone al Salone degli Indipendenti a Parigi. Dopo la prima guerra mondiale è presente alla prima Biennale di Roma nel 1921 e alla Fiorentina Primaverile nel 1922 con Cardi in riva al mare e Contadina dei dintorni di Zara. Carlo Carrà scrive che Persicalli “appartiene a quella categoria di artisti nostri che hanno maturato la loro arte all’estero”[2]. Il 1925 sembra segnare il culmine del successo di Piero Persicalli, che arriva ad essere conosciuto anche a livello nazionale. Nella prima edizione del dizionario dei pittori Comanducci (1934) viene definito “colorista vivace con tecnica liberamente divisionista”.
In effetti, questa definizione è perfettamente calzante. La linea di ricerca distintiva dell’arte di Piero Persicalli sembra scissa in due: da una parte una salda padronanza dei canoni divisionisti e tardo divisionisti, dall’altra una spiccata tendenza decorativa e sperimentale. È davvero incredibile come queste due anime non siano affatto lontane tra loro ma anzi, nelle opere di Persicalli si fondono tanto da sembrare una la prosecuzione dell’altra.
L’opera qui presentata, Donna con coppa nera, svela l’esistenza di un’ulteriore anima artistica del pittore, che si distingue per essere un artista eclettico e propenso alla continua sperimentazione.
Una donna in posizione ieratica, frontale, occupa quasi per intero la superfice del cartoncino bruno. Il suo sguardo è verso lo spettatore. Davanti a lei una grande coppa nera, co-protagonista dell’opera. Una serie di ripetizioni della forma del cerchio, la grande luna alle sue spalle, gli orecchini e il ciondolo della collana della donna, i decori della coppa, sembrano indicare una simbologia evidente, il cui significato sfugge allo spettatore, ma carica l’opera di mistero.
L’influenza cromatica di matrice espressionistica nord-europea è abbastanza evidente in questo lavoro: possiamo scorgere la suggestione del cielo rosso alle spalle della donna, o anche nel blu del suo abito, entrambi colori violenti, molto presenti nelle opere di Edvard Munch.
L’opera, datata sul retro 1910 c., potrebbe essere stata realizzata a Roma, nella fase di passaggio tra Monaco e Vienna. Assai rilevante in questi anni è l’influenza dell’artista norvegese, di cui Persicalli ha senz’altro visto alcuni lavori presso il Die Moderne Kunsthandlung di Monaco.
[1] Hugo Von Habermann fu tra è fondatori della Secessione di Monaco. Heinrich Knirr partecipò sia alla Secessione monachese che a quella viennese.
[2] Carlo Carrà, Pietro Persicalli, in Catalogo della VIIIa Esposizione Autunnale d’arte, catalogo della mostra Istituto G. Carducci, Como, 1924, op. cit., p. 39.
[1] Hugo Von Habermann fu tra è fondatori della Secessione di Monaco. Heinrich Knirr partecipò sia alla Secessione monachese che a quella viennese.
[2] Carlo Carrà, Pietro Persicalli, in Catalogo della VIIIa Esposizione Autunnale d’arte, catalogo della mostra Istituto G. Carducci, Como, 1924, op. cit., p. 39.