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ANTONIO CANOVA POSSAGNO 1757-VENICE 1822
Altre immagini
Provenienza
Principe Abbondio Rezzonico; Cavalier Giovanni Gherardo De Rossi; collezione privata, Roma
Mostre
La beffa. Canova e Giorgione, storia di un autoritratto, acura di Matteo Melchiorre,Museo Casa Giorgione, Castelfranco Veneto, 2 dicembre 2022 – 10 aprile 2023;
Canova e il potere. La collezione di Giovanni Battista Sommariva, a cura di Moira Mascotto e Elena Catra, Possagno, Museo Gypsotheca Antonio Canova, 21 marzo – 03 settembre 2023.
Bibliografia
Antonio Canova. L’autoritratto di Giorgione. Un dipinto ritrovato, testo di Fernando Mazzocca;
Canova e la pittura. La Maddalena penitente, un dipinto ritrovato, catalogo a cura di Vittorio Sgarbi e Moira Mascotto, 2022, p. 75;
La beffa. Canova e Giorgione, storia di un autoritratto, catalogo della mostra acura di Matteo Melchiorre,Museo Casa Giorgione, Castelfranco Veneto, 2023.
La sensazionale riscoperta del cosiddetto Autoritratto di Giorgione arricchisce di un’opera importante il catalogo delle pitture del grande scultore. Si tratta di un dipinto ad olio su tavola (cm. 72,5 x 64), ancora racchiuso entro la sua magnifica cornice originale intagliata e dorata di fattura romana che sappiamo fatta eseguire dal senatore di Roma il principe Abbondio Rezzonico, il grande protettore e mecenate del giovane scultore, che ne fu il primo proprietario. Nipote di papa Clemente XIII, aveva commissionato a Canova il monumento funerario dello zio per la Basilica di San Pietro, un’impresa grandiosa che contribuì alla decisiva consacrazione del suo autore. Proprio il Rezzonico fu complice nella singolare vicenda dell’ inganno ordito dallo scultore ai danni dei maggiori artisti allora presenti a Roma, personaggi come Angelica Kauffman, Gavin Hamilton, Antonio Cavallucci, Giuseppe Cades, Giovanni Volpato, ed altri ancora, cui in occasione di un banchetto a casa del principe venne presentato questo dipinto spacciandolo appunto per l’Autoritratto eseguito da Giorgione. Per l’abilità con cui era stato eseguito il dipinto piacque a tutti che furono unanimi nel considerarlo autentico. L’opera era stata realizzata abilmente da Canova su di un’antica tavola cinquecentesca dove era già dipinta una Sacra famiglia, la cui immagine è affiorata grazie ad una riflettografia ai raggi infrarossi, prendendo come modello un’incisione con il ritratto di Giorgione inserita ne Le meraviglie dell’arte di Carlo Ridolfi pubblicate a Venezia nel 1648. Siamo nel 1792 e lo scultore aveva già realizzato dei dipinti ispirandosi alla pittura del Rinascimento veneziano, come una Venere con specchio, già anch’essa scambiata per antica.
Lo scherzo aveva avuto successo e il celebre scultore aveva così dimostrato di essere anche un abile pittore. I vari passaggi di questa vicenda sono narrati nelle più autorevoli fonti su Canova ed in particolare nella prima monografia a lui dedicata da Faustino Tadini e nelle due biografie di Melchiorre Missirini, che era stato segretario dell’ arista, e dello scultore Antonio D’Este, che era stato responsabile del suo studio romano. L’accurato esame di queste attendibili testimonianze ha consentito allo studioso di Canova Fernando Mazzocca di confermare questa importante scoperta e di ricostruire, nella nostra pubblicazione, tutti i suoi risvolti di una storia appassionante e comunque esemplare per confermare l’amore di Canova per l’antica e gloriosa pittura veneziana, da cui trasse ispirazione anche per la sua scultura.
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AMLETO CATALDIRitratto di giovane uomo, 1920 c.
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PIETRO LABRUZZIRitratto di Giacomo Giustini con la pianta della Chiesa di S. Michele Arcangelo a Castel Madama
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ANDREA APPIANIRitratto di giovane ussaro dell’armata napoleonica (possibile ritratto di Auguste-Louis Petiet), c.1800–1801
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GIOVANNI BOLDINIRitratto di Mme. Lucie Gérard, c. 1890
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Jacques Antoine LEMOINE (attributed)Ritratto del violinista Jacques Pierre Joseph Rode, c. 1810
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LUIGI GALLINARitratto di Giovanni Segantini, ca. 1895
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FRANÇOIS SCHOMMERRitratto del musicista Clément Broutin, 1880