
GUSTAF FJÆSTAD (Stockholm 1868-Arvika 1948)
Gustaf Fjæstad si forma inizialmente presso il Tekniska Skolan (oggi Konstfack) di Stoccolma, per poi proseguire gli studi alla Kungliga Konsthögskolan (Accademia Reale di Belle Arti) tra il 1891 e il 1892. Durante questo periodo, ha modo di lavorare come assistente per il celebre pittore Bruno Liljefors, noto per le sue rappresentazioni naturalistiche di fauna e paesaggi nordici, il che influenzò profondamente la sua sensibilità artistica. Alla fine dell’Ottocento, Fjæstad entrò in contatto con il movimento artistico e artigianale legato alla Scuola di Carl Larsson e all’estetica del Nationalromantik, un’espressione svedese del Romanticismo Nazionale, che mirava a celebrare la bellezza della natura scandinava e le sue tradizioni. Tra il 1897 e il 1898 si stabilsce ad Arvika, nel Värmland, dove fonda con la moglie Maja Hallèn una comunità di artisti nota come Rackstadkolonin (Colonia di Rackstad), che diviene un importante centro di produzione artistica e artigianale.
Gustaf Fjæstad, soprannominato il "Maestro della neve", ha dedicato la sua intera esistenza a dipingere i paesaggi innevati della Svezia dove è nato e dove ha vissuto tutta la sua vita.
È sulla scena artistica internazionale che ottiene il suo più grande successo. I primi ad apprezzarne le delicate raffigurazioni invernali sono gli amanti dell’arte e i critici tedeschi; mentre a Roma, nel 1911, i suoi dipinti sono presentati all’Esposizione Internazionale d’Arte, impressionando profondamente i collezionisti italiani e perfino il re Vittorio Emanuele che acquista un suo dipinto. Proprio al Re d’Italia sono state attribuite queste parole: “Quando guardo i suoi paesaggi sento il silenzio della neve!” tanto è il senso di immedesimazione che si prova davanti alle sue opere.
La forza dei quadri di Gustaf Fjæstad è quella di saper trovare in questi paesaggi ghiacciati una potenza metafisica ed emozionale unica, senza essere mai ripetitivo; come gli Eschimesi, che come narra la leggenda, hanno centinaia di parole per indicare la parola ghiaccio. Il gelo e l’inverno sono il suo originale segno distintivo. Dipinge all’aperto nei paesaggi e nelle foreste circostanti alla ricerca di una luce speciale, esplorando le pacate sensazioni di un’intatta bellezza e un profondo senso di misticismo. Il processo creativo di Fjæstad - come pure della moglie e artista Maja - fu fortemente influenzato dal movimento spirituale teosofico, un precursore dell’attuale movimento New Age.
Realizzata con una straordinaria attenzione ai dettagli, il dipinto raffigura un torrente cristallino che scorre sinuoso attraverso un paesaggio innevato. Le superfici ghiacciate sono trattate con una raffinatezza quasi grafica, esaltando la texture e i giochi di luce, mentre le acque sembrano vibrare di vita propria. L'opera trasmette una sensazione di quiete e contemplazione, tipica dello stile di Fjæstad, che spesso celebrava la bellezza intima e poetica della natura nordica. L'artista cattura non solo il paesaggio, ma anche un'atmosfera di silenzio quasi mistico, trasportando l'osservatore in un mondo di pace e armonia.
Sue opere sono presenti nelle collezioni di prestigiosi musei internazionali quali:
National Museum Stockholm; Toledo Museum of Art, Ohio; Musée d'Orsay, Paris; Gothenburg Museum of Art, Svezia; Chicago Art Museum.
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