III Mostra del Sindacato Fascista delle Belle Arti di Roma e del Lazio, Roma 1932; Seconda mostra Nazionale d’Arte ispirata allo sport, Mercati Traianei, Roma 1940; Enrico del Debbio architetto, La misura della modernità,Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2006.
Bibliografia
Mostra retrospettiva dello Scultore Silvio Canevari, scritto in catalogo della III Mostra del Sindacato regionale Fascista delle Belle Arti di Roma e del Lazio, Pinci editore, Roma 1932, pp. 16 – 17, ill. n. II; Seconda mostra Nazionale d’Arte ispirata allo sport, catalogo della mostra, Roma, Mercati Traianei 1940; opera riprodotta in “Le tre Venezie”, rivista mensile, n. 11 – 12 novembre – dicembre 1940; Hildegard Schmidt, Silvio Canevari, in Il corpo in corpo, catalogo della mostra a cura di Bruno Mantura, Spoleto de Luca edizioni d’arte 1990; Giorgio di Genova, Storia dell’arte italiana del 900. Generazione maestri storici, Tomo Terzo, edizioni Bora, p. 16; Maristella Margozzi, Stadio dei marmi. Lo sport attraversola statuaria moderna, in Maria Luisa Neri, Enrico Del Debbio architetto. La misura della modernità, catalogo della mostra tenuta a Roma, Galleria Nazionale d’arte moderna, 7 dicembre 2006 – 4 febbraio 2007, Roma 2006, p. 419; Silvio Canevari e il monumento ai caduti di Civita Catellana, Istituto d’Arte Midossi, Civita Castellana 2006; Giuditta Rigamonti, Le statue dello Stadio dei Marmi, Università degli studi della Tuscia, 2006; Maristella Margozzi, Lo sport nell’arte degli anni Trenta, scritto in catalogo della mostra “Novecento, arte e vita tra le due guerre, Silvana editoriale 2013; opera riprodotta in “Marie Claire Maison”, edizione italiana, Milano, maggio 2016.
Bellissimo bozzetto in gesso raffigurante il Pugilatore vittorioso realizzato da Silvio Canevari per il Foro Mussolini. La scultura, tradotta in marmo dalla ditta Morosini di Massa Carrara, viene sistemata il 9 aprile 1931 in una delle due nicchie della facciata posteriore dell’Accademia di Educazione Fisica, nel grandioso complesso compiuto a Roma fra il 1927 ed il 1933 da Enrico Del Debbio(1). Oltre a IlPugilatore, Canevari realizza per il Foro altre cinque statue: due Ercole, il primo donato dalla provincia di Roma ed il secondo dalla provincia di Brindisi, l’Arciere dalla provincia di Rovigo, il David dalla provincia di Pisa e IlRematore dalla provincia di Genova. La commissione per la scelta delle statue del Foro Mussolini è composta da Del Debbio, in qualità di architetto e direttore dei lavori, dal segretario del sindacato fascista degli artisti Cipriano Efisio Oppo, dal potentissimo segretario dell’Opera Nazionale Balilla, Renato Ricci, dall’accademico d’Italia Roberto Parienti, dal governatore di Roma Boncompagni Ludovisi e dallo scultore Attilio Selva, egli stesso autore di quattro statue realizzate entro il 1930. Secondo i documenti d’Archivio, l’aiuto di Selva è proprio Canevari, il quale lo affianca nella realizzazione dei grandi gessi, tradotti in marmo nelle cave di Carrara verso l’agosto 1929, per fungere da modello di tutte le altre “superbe figure”(2) alte quattro metri, che verranno installate lungo il perimetro dello stadio. Sessanta statue disposte lungo il perimetro del Foro, più altre sistemate nelle nicchie ai lati delle entrate dell’Accademia di Educazione Fisica, rappresentano diverse attività sportive, ciascuna offerta in dono da una diversa provincia italiana. IlPugilatore tratto dal presente gesso viene donato dalla Provincia di Viterbo. Canevari, scultore “in possesso di qualità plastiche non comuni”(3), non fece in tempo a vedere la realizzazione del grande progetto di Del Debbio e morì giovanissimo “quando chiamato dalla fiducia di S.E. Ricci a scolpire per il Foro Mussolini, si apprestava a lasciare opere di grande mole verso le quali si sentiva singolarmente portato”(4). Tutte le statue del Foro Mussolini partecipano di una ispirazione similare, che si può genericamente far risalire all’arte greco – romana e alle sue successive declinazioni avvenute nel tempo, dal “neoclassicismo” fino al cosiddetto “Ritorno all’ordine” negli anni Venti del XX secolo. In linea con l’enunciato che a partire dagli anni Venti riscopre l’arte degli antichi maestri, in questa scultura si individuano diverse suggestioni: tra i precedenti più riconoscibili va sicuramente citato il bellissimo bronzo del Pugile a riposo del Museo Nazionale romano, capolavoro ellenico del IV secolo a.C., dal quale Canevari trae il gesto dell’avambraccio sinistro e della mano, che rappresenta inguainata nel “caestus”, il modo usato in antico per proteggersi le mani nel combattimento. Il braccio è mollemente adagiato sulla coscia che è leggermente flessa, un movimento dolce e sinuoso che contrasta con il gesto più dinamico dell’altro braccio, il destro, alzato in segno di vittoria, per il quale Canevari sembra guardare al Creugante, il marmo che con Damosseno, forma il gruppo di Antonio Canova conservato nei Musei Vaticani, noto anche come I due pugilatori (1795 – 1801). Due sculture sicuramente ben note al viterbese, soprattutto dopo il dibattito suscitato dalla retrospettiva dedicata da Ugo Ojetti a Canova, all’interno della biennale veneziana del 1922, che annunciava il ritorno dell’arte all’osservanza dei canoni formali classici. La presente statua è un piccolo capolavoro di equilibrio, di risolte tensioni tra dinamismo e staticità. Lo scultore indugia sulla muscolatura ben modellata dell’atleta, che non possiede nulla di arbitrario o di superfluo e raggiunge il felice connubio tra l’arte classica e la ricercata naturalezza della figura, senza rinunciare alla propria cifra stilistica, composta sin dagli esordi da un raffinato decorativismo, che è qui affidato al ritmo del profilo della figura, raccontata in ogni piega della breve clamide e descritta in altri particolari più minuti, quali i calzari e le protezioni delle mani. Tali qualità scultoree vengono da subito apprezzate dalla critica e, già nel 1932, la statua viene scelta, tra 33 opere esposte, per essere riprodotta nel catalogo della sua mostra retrospettiva, allestita nell’ambito della Terza Mostra Sindacale laziale.
La critica recente ha insistito sulla vicinanza di Canevari con le teorie di Winckelmann, sull’importanza dello studio della natura rapportato all’antichità (5) e ha rilevato come tale ricerca, incentrata sull’armonia delle proporzioni, abbia condotto lo scultore ad esprimere i valori di “bellezza, dignità e grazia”, piuttosto di quelli, tipici del Fascismo, di “Forza, nobiltà e espressione”, propri di numerose statue del Foro. Una caratteristica che sembra essere presente anche agli osservatori del tempo, tanto che nel 1940, a proposito dei nove bozzetti di atleti esposti “in una sala speciale” alla II Mostra Nazionale d’Arte ispirata allo Sport dei Mercati di Traiano – tra i quali anche questo Il Pugilatore – si insiste nel concetto di “plastica eleganza” e di “sobrio dinamismo”(6) . Anche Francesco Sapori, nel proprio volume sulla storia della scultura italiana moderna, ricorda Canevari quale “statuario di qualità eccelse che seppe adeguare alla turgida carne il bronzo e il marmo a lui cari”, e si sofferma sui colossi del Foro Italico – il pugile, il rematore e l’arciere – che descrive: “ravvolti d’olimpica compostezza”(7). Dello stesso soggetto, esiste anche un grande modello in gesso di due metri d’altezza, ovvero la metà della statua definitiva, utilizzato per la sua trasposizione in marmo ed esposto nel 1940, insieme a questo bozzetto, nella Seconda Mostra Nazionale d’Arte ispirata allo sport.
Note:
Per i marmi cfr: Agnoldomenico Pica, Il Foro Mussolini, Valentino Bompiani editore 1937; Alberto Riccoboni, Roma nell’arte, Casa Editrice Mediterranea, Roma 1942; Francesco Sapori, Scultura italiana moderna, La libreria dello Stato, Roma 1949; Il Foro italico e lo stadio olimpico, a cura di Memmo Caporilli e Franco Simeoni, Tomo edizioni 1990; Vittorio Sgarbi, Appunti per una storia del Novecento, scritto in catalogo della mostra Scultura italiana del primo Novecento, Castello Estense, Mesola, 2 maggio – 30 luglio, Bologna 1992, p. 66; Patrick Sarfati, Stadium, le strade des marbres, Editions Norma, Paris 2002; Il parco del Foro italico. La storia, lo sport, I progetti, Silvana editoriale 2007
Le statue di Selva per il foro Mussolini, in “Il Giornale d’Italia”, Roma 29 agosto 1929
Mostra retrospettiva dello Scultore Silvio Canevari, in catalogo della III Mostra del Sindacato regionale Fascista delle Belle Arti di Roma e del Lazio, Pinci editore, Roma 1932, p. 17
Ibidem
Hildegard Schmidt, Silvio Canevari, scheda in Il corpo in corpo, mostra a cura di Bruno Mantura, Spoleto de Luca Edizioni d’Arte 1990
Seconda mostra Nazionale d’Arte ispirata allo sport, catalogo della mostra, Roma, Mercati Traianei 1940, p. 46
Francesco Sapori, Scultura italiana … (op. cit.) 1949