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ALFRED EKSTAM MANGSKOG, 1878-1935
VENDUTO
Il pittore e artigiano Alfred Ekstam nacque nel 1878 nel piccolo villaggio di Mangskog, nella provincia di Värmland, ricchissima di panorami e posta al centro della Svezia. Regione peraltro rinomata per essere la patria natìa della illustre romanziera Selma Lagerlof, la quale nel 1909 fu la prima donna e il primo scrittore svedese a vincere il prestigioso Nobel per la Letteratura. Una zona rurale del paese, al confine con la Norvegia, caratterizzata da rigogliose foreste che sembrano stendersi senza soluzione di continuità, interrotte solo da innumerevoli laghi, piccole valli e montagne.
Al pari della cultura letteraria di quello specifico periodo nel Värmland (il caso della Lagerlof ne è la prova), anche le arti visive ebbero una relazione particolarmente simbiotica con la mistica della natura. Infatti, vicino ad Arvika, la seconda generazione dei Romantici Svedesi diede vita alla Colonia di Rackstad, intorno al passaggio di secolo, sulle sponde del lago Racken, in mezzo alla natura selvaggia. Gli artisti che si radunarono in quel luogo condividevano un bisogno di solitudine e di pace, praticando uno stile di vita improntato alla cooperazione, influenzato dalle idee utopistiche del British Arts and Crafts, movimento inglese per la riforma delle arti applicate [1]. I fondatori della colonia furono la coppia di artisti formata da Maja Fjaestad (1873-1961) e Gustaf Fjaestad (1868-1948), considerato oggi il più illustre interprete del paesaggio invernale svedese, nonché allievo del pittore animalista Bruno Liljefors (1860-1939) ed ex assistente della icona nazionale Carl Larsson (1853 – 1919).
Anche Ekstam si unì alla Colonia dopo aver frequentato la Stockholm Technical School, poiché l’intensa vita della capitale svedese non faceva per lui, la cui indole era troppo strettamente legata alla natura e alla calma della casa natìa.
Per la maggior parte della sua vita, lavorò come artigiano e decoratore di arredi, molto apprezzato dai suoi datori di lavoro, Eriksson Brothers Workshop, tanto che ben presto fu promosso a decoratore capo dell’azienda. Il suo interesse per le cose semplici assunse nel tempo espressioni più sofisticate grazie alle lezioni di pitture impartitegli da Gustaf Fjaestad, Fritz Lindström e il talentuosissimo Bror Lindh; e grazie alla influenza del pluripremiato a livello internazionale Otto Hesselbom (1848-1913) che ne forgiò il personale approccio stilistico. Fu proprio infatti dopo aver conosciuto Fjaestad che Ekstam si avvicinò a una nozione Sintetista della armonia decorativa, focalizzando i suoi sforzi sulla raffigurazione del ricco paesaggio locale con uno stile altamente decorativo, animato dal nazionalismo romantico e volto a visualizzare il senso profondamente mistico della sua esistenza nelle fitte foreste del Värmland. Benchè nel suo lavoro siano facilmente riconoscibili le tracce e le influenze dei timbri stilistici dei suoi maestri, Ekstam sviluppò anche un linguaggio artiststico molto personale, con una forte connotazione di Puntinismo. In realtà, la sua produzione fu molto limitata, in quanto procedeva con estrema lentezza, prendendosi tempi molto lunghi per completare ogni opera. Da sottolineare che, alla primissima esposizione dei suoi lavori ad Arvika nel 1919, cosa assolutamente rara per un debuttante, i suoi dipinti furono venduti tutti in una settimana, registrando un successo fenomenale.
Come già sottolineato, l’artista era fortemente ancorato alle sue radici. Di conseguenza, la maggior parte delle sue raffigurazioni furono realizzate nei dintorni di Mangskog, dove visse, lavorò e morì all’età di 57 anni, cadendo dalla bicicletta mentre si recava a una mostra d’arte.
Il dipinto qui presentato è un’opera rara seppure rappresentativa, che rientra perfettamente nel tracciato dell’artista. Un paesaggio efficacemente toccante, privo di presenza umana ma profondamente pregno di sentimento. La foresta incontanaminata sullo sfondo dove, come risaputo, lo spirito nazionale svedese affonda la sue più profonde radici. La luce della sera dietro le colline che si espande violenta verso l’universo in sfumature di intenso rosso carminio e di blu elettrico, che rammentano gli effetti visivi di una eruzione vulcanica, con un analogo effetto scintillante sullo specchio d’acqua del lago. Sullo sfondo, piccole e delicate betulle, albero nazionale simbolico della Svezia, sembrano quasi vibrare di fronte allo spettacolare scenario. L’audace approccio dell’insieme crea una luminosità magica che non può che rimandare ai tumultuosi cieli rossi di Edward Munchs, che una famosa teoria sostiene fossero ispirati da un reale tramonto vulcanico, quello seguito all’eruzione dell’indonesiano Krakatau nel 1883.
Nell’osservare il dipinto da vicino, lo spettatore non può far altro se non ammirare il lento approccio pittorico di Ekstam, che pazientemente pone puntino dopo puntino in una disposizione simile a mosaico. L’influenza francese postimpressionista, principalmente tenendo a mente Georg Seurat, è in questo dipinto presente ed evidente. Quanto tempo occorse all’artista per creare questo sorprendente equilibrio sulla tela, non è noto. Sicuramente si tratta di una raffigurazione fortemente nazionalista e di tipo irrompente, che passa coraggiosamente attraverso formidabili tendenze astratte e moderne, distante dal più tradizionalmente classico approccio del suo maestro Gustav Fjaestad.
Lo splendido risultato può essere paragonato a una gemma preziosa e unica, dalle proprietà magiche e spirituali. Da custodire e preservare.
[1] Michelle Facos, Nationalism and the Nordic Imagination: Swedish Art of the 1890s, p.187.