
Francesco Hayez Venice 1791 -Milan 1882
115 x 130 x 10 cm (con cornice)
Provenienza
Countess Nákó, Vienna; private collectionIl dipinto[1], che rappresenta un significativo arricchimento del catalogo di Hayez, va identificato con una diversa versione, probabilmente eseguita poco dopo nello stesso anno, di un Interno di harem, presentato nel 1840 all’ esposizione annuale dell’Accademia di Brera a Milano[2]. L’opera apparteneva a Gaetano Taccioli, uno dei più affezionati collezionisti del pittore, del quale possedeva alcuni capolavori[3]. Il soggetto, probabilmente gradito in quegli anni, sarà poi replicato almeno altre quattro volte nel 1842, nel 1866 e nel 1867.
Questa versione dovrebbe identificarsi con quella documentata negli elenchi autografi che Hayez ci ha lasciato delle sue opere come destinata ad uno dei suoi committenti austriaci la contessa Nako di Vienna. In questa fonte, pubblicata da Giulio Carotti in Appendice alle Memorie dell’artista si legge: “1840. Un harem, del sig. Enrico Taccioli, di Milano – Lo stesso soggetto della contessa Nako di Vienna”[4].
Contrariamente da quanto da me supposto nel catalogo ragionato di Hayez, dove il dipinto veniva menzionato tra le opere documentate, ma non reperite, non si tratta di una “replica della stessa misura ma con varianti nelle figure”[5], ma di una nuova versione più grande che ha consentito all’artista di dare un impianto del tutto nuovo alla scena, inserendovi un numero maggiore di personaggi e articolandola in una serie di episodi da cui deriva il fascino del quadro.
Il gruppo principale è formato dal sultano che, circondato dalle sue favorite, sta valutando compiaciuto l’ultimo acquisto dell’harem: una magnifica donna occidentale raffigurata mentre sta esibendo, anche se con qualche reticenza, le sue nudità. Si tratta della modella prediletta da Hayez in questi anni protagonista di capolavori come l’Odalisca del 18389 e la Malinconia del 1840 – 1841 (entrambi alla Pinacoteca di Brera)[6] . Più scostate, altre due odalische se ne stanno sdraiate sui gradini, l ‘una assorta nel suonare uno strumento, l’altra intenta a guardare quanto avviene al centro della sala. Mentre, sul fondo a sinistra, la composizione si conclude con una scena straordinaria, resa dal pittore con un grande senso scenico tra un sontuoso tendaggio, una quinta di legno tipica degli harem ed il paesaggio che, dolcemente sfumato, compare all’ orizzonte. A questa suggestiva apertura panoramica corrisponde dall’ altro lato del quadro una diversa soluzione con il magnifico lembo di una tenda verde smeraldo che inquadra uno sfondo buio tale da conferire un alone di mistero alla scena.
Si tratta dunque di un’opera di grande impegno realizzata in una fase magica della carriera di Hayez, quando l’artista ancora nel pieno vigore fisico e creativo eseguiva una serie di capolavori. Il soggetto orientale, allora di moda in tutta Europa, doveva essergli particolarmente congegnale, in quanto gli consentiva di cimentarsi in due ambiti espressivi da lui prediletti, quali la rappresentazione della bellezza femminile, qui modulata in attitudini e fisionomie diverse, e la resa dei costumi. In questo caso le stoffe preziose degli abiti orientali gli offrivano l’occasione di poter sperimentare una straordinaria gamma di colori, da quelli più accesi, come nella splendida sequenza dei rossi concentrati in primo piano e nel gruppo principale, alle tinte più evanescenti e soffuse, tra le infinite sfumature azzurrine e perlacee che dominano il fondo.
Milano 3 febbraio 2025
Prof. Fernando Mazzocca
[1] L’opera proviene da un’asta Sotheby’s di Londra del 12 ottobre 2000 (Eastern encounters: Paintings of Grece & the Middle East), pp. 22-23, n. 15.
[2] Il dipinto (olio su tela, 61,5 x 74,5 cm.) è passato alla vendita Sotheby’ s a Londra il 27 novembre 1984 (n. 18 fig.) e poi da Semenzato a Venezia il 2 giugno 1985 (n. 5 fig.).
[3] F. Mazzocca, Francesco Hayez. Catalogo ragionato, Milano, Federico Motta Editore, 1994, p. 265 n. 241 fig.
[4] Le mie memorie dettate da Francesco Hayez, a cura di G. Carotti, Milano, Bernardoni, 1890. p. 278.
[5] F. Mazzocca, Francesco Hayez cit., p. 265, n. 242.
[6] Francesco Hayez, catalogo della mostra (Milano, Gallerie d’ Italia, Piazza Scala, 7 novembre 2015 – 21 febbraio 2016) a cura di F. Mazzocca, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2015, pp. 208-209, 224-225.