Maestri del ‘900 – Cinquant’anni di presenza a Corciano, a cura di Alessandra Migliorati, 8 agosto – 6 settembre 2015, Chiesa Museo di San Francesco, Corciano, Perugia;
Le ceramiche di Rometti, a cura di Enrico Mascelloni e Mariella Caputo, 25 giugno – 6 novembre 2005, Rocca di Umbertide. Centro per l’Arte contemporanea, Umbertide, Perugia.
Bibliografia
Maestri del ‘900 – Cinquant’anni di presenza a Corciano, (catalogo della mostra) a cura di Alessandra Migliorati, 8 agosto – 6 settembre 2015, Chiesa Museo di San Francesco, Corciano, Perugia, Fabrizio Fabbri Ed., 2015, p.30.
Leoncillo Leonardi, noto semplicemente come Leoncillo, è riconosciuto per il suo contributo significativo alla scultura del XX secolo. La sua opera è caratterizzata da una profonda esplorazione delle emozioni umane attraverso l'uso innovativo della ceramica, che ha saputo trasformare in uno strumento espressivo potente e drammatico. La sua formazione artistica è iniziata all'Accademia di Belle Arti di Perugia e poi all'Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha studiato sotto la guida di maestri come Arturo Martini.
Le sue sculture sono caratterizzate da una forte carica emotiva e da un utilizzo audace della materia ceramica, che spesso appare come se fosse in procinto di esplodere o sciogliersi. Leoncillo ha sviluppato uno stile unico che unisce influenze espressioniste e astratte, creando opere che spesso riflettono il tormento e la sofferenza umana. Lacerazioni, strappi, fratture, ferite, tagli nella materia furono non solo modi di lavorare la ceramica, ma anche di trasportare pulsioni intime in ammassi informi che ricordavano agglomerati organici e vegetali, mutilazioni, San Sebastiani trafitti, corpi dolenti.
Corpo dolente è considerata una delle opere più emblematiche e potenti di Leoncillo. Questa scultura evidenzia la sua capacità di trasmettere emozioni intense attraverso forme astratte e una lavorazione materica distintiva. Realizzata nel 1952, appena prima del suo “periodo informale”, Corpo dolente incarna il dolore e la sofferenza umana, elementi che Leoncillo ha saputo esprimere con una forza visiva straordinaria. La superficie della scultura sembra quasi in procinto di disgregarsi, riflettendo la precarietà dell'esistenza e il tormento interiore. La scelta dei colori e la texture materica suggeriscono una lotta interna, un conflitto tra la speranza e la disperazione, tra la forza e la vulnerabilità.
La scultura, evocativa di un crocifisso trasfigurato in chiave astratta, emerge come un'opera di intensa espressività e audace sperimentazione formale. Le linee spezzate e i volumi contorti sembrano racchiudere un'energia drammatica, trasformando la figura tradizionale del crocifisso in una composizione dinamica e frammentata. Le superfici irregolari della ceramica conferiscono alla scultura una texture palpabile. In questa reinterpretazione moderna, Leoncillo cattura l'essenza del dolore e della redenzione, trascendendo la rappresentazione figurativa per esplorare nuove dimensioni espressive. Il significato dell'opera va oltre la semplice rappresentazione del dolore fisico; è una meditazione sulla sofferenza esistenziale e sull'esperienza umana universale del dolore. Leoncillo invita l'osservatore a confrontarsi con queste emozioni profonde, a riflettere sulla propria condizione umana e sulla fragilità dell'esistenza.
Leoncillo Leonardi, Crocefisso (19), Terracotta policroma, 27 x 19 cm
La scultura è caratterizzata dall'uso di tre colori principali: l'azzurro, il bianco e l'amaranto. L'azzurro, spesso associato a sentimenti di malinconia e introspezione, domina la parte centrale dell'opera, creando un senso di profondità emotiva. Il bianco all’interno della scultura, con le sue connotazioni di purezza e vulnerabilità, si interseca con l'azzurro, mentre l'amaranto, un colore intenso e passionale, aggiunge una dimensione di drammaticità e sofferenza. L'interazione di questi colori non solo definisce le forme della scultura, ma amplifica il messaggio emotivo dell'opera.