Allievo di Léon Cogniet presso l’École des Beaux-Arts, Louis Duveau viene insignito nel 1842 del Second Prix di Roma. Riceve anche tre medaglie al Salon, la cui prima partecipazione è del 1842 e dove presenta per la prima volta nel 1845 un soggetto legato al passato bretone, Saint-Maloche predica al popolo di Aleth. Malgrado i suoi successi parigini, rimane molto legato alla sua città di origine, e gli anni rivoluzionari rappresentano per lui fonte di ispirazione per soggetti che tratta con sensibilità romantica e che riscuotono una eco immediata nella infatuazione che la Bretagna suscita negli artisti della metà del secolo.
La sua predilezione per la pittura storica lo spinge verso soggetti affini alla scena di genere, realizzati tramite un’ampiezza di respiro che gli vale l’ammirazione di Baudelaire. Una messa in mare, conservato al musée des Beaux-Arts di Rennes e Il ritorno del perdono di Sainte-Anne-la-Palud, conservato al musée des Beaux-Arts di Quimper fanno parte dei dipinti più ammirati dell’artista.
Duveau compie un viaggio a Roma nel luglio del 1842, come testimoniato da una lettera indirizzata a William Bouguereau datata 30 luglio, viaggio durante il quale è stato presumibilmente realizzato l’autoritratto qui presentato. L’artista, all’epoca ventiquattrenne, si raffigura intento a dipingere sotto un ombrello fissato al suolo sulla cima di una scogliera a picco sul mare.
Di ritorno dal suo viaggio italiano, forte delle sue ricerche e le sue sperimentazioni in terra italiana, Duveau realizza una delle opere più emblematiche opere della sua carriera L'abdicazione del doge Foscari, 1850, al Musée des Augustins, Tolosa (Fig. 1).
Fig. 1
Louis Duveau, L'abdicazione del doge Foscari, 1850