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KARL WILLHELM DIEFENBACH 1851, Hadamar-1913, Isola di Capri
105 x 156 x 5 cm (con la cornice)
Bibliografia
Karl Wilhelm Diefenbach (Hadamar 1851 – Capri 1913), catalogo della mostra alla Galleria Emporio Floreale, Roma 1979, pag. 12.
Nato nel 1851 a Hadamar, nel Granducato Assia, Diefenbach nel 1872 si trasferisce a Monaco di Baviera dove entra all’Accademia d’Arte. L’artista conduce una vita in continua lotta con i vincoli e le contraddizioni della società borghese del suo Paese natale, diventando uno dei principali rappresentanti del nudismo, del vegetarianismo e del naturismo in un’incessante ricerca di una religiosità primitiva e primigenia, volta a riscoprire l’arcaico rapporto tra uomo e Natura. La sua filosofia di vita anticonvenzionale sarà modello per la costituzione nei primi anni del Novecento della comunità di Monte Verità ad Ascona, nel Canton Ticino (Svizzera), dove intellettuali e artisti di tutta Europa condividevano uno stile di vita lontano dal contesto politico e sociale del tempo, che permetteva di vivere una libertà spirituale e intellettuale in perfetta armonia con la natura. Nei primi anni del Novecento per sfuggire agli attacchi della stampa e al bigottismo borghese dell'epoca Diefenbach lascia la Germania. Soggiorna per brevi periodi intorno al Lago di Garda, poi a El Cairo e a Trieste. Nel 1900 l’artista si stabilisce a Capri. Sull’isola egli aveva trovato la sua dimensione ideale, conducendo una vita da indigeno, primitiva.
Nel 1975 gli viene dedicato un Museo all'interno della Certosa di San Giacomo, sempre nell’isola campana. Le 31 opere oggi conservate al Museo permettono di ricostruire il percorso figurativo dell’ultima produzione dell’artista – “un visionario simbolista legato al sentimento romantico della natura e intriso di contenuti teosofici” [1] - e nello stesso tempo rappresentano, con la loro visione mistica e onirica di Capri, una testimonianza dell’esperienza esistenziale dell’artista (teosofia, vegetarianismo, nudismo), che lo rese una vera e propria leggenda. Capri, lussureggiante e ospitale, misteriosa e inquietante, evocava quel sentimento del sublime che egli ricercava e ricreava nelle sue opere.
Sono grandi tele dipinte con colori talvolta brillanti, altre volte cupi, che rappresentano in modo irreale luoghi mitici dell’isola, paesaggi resi arcani da solitudine, scene mistiche o simboliche.
Nel dipinto qui presentato, l’artista raffigura la Villa di Tiberio a Capri, conosciuta come “Villa Jovis”, costruita nel I sec. d.C. dall'Imperatore Tiberio sull'estremo promontorio est dell'Isola, Monte Tiberio, a 334 metri sul livello del mare.
Nel dipinto una luce intensa e onirica ritaglia il profilo dell’edificio che si erge sulla costa. Quasi come in una visione, la villa emerge sul promontorio avvolto da pennellate cupe e fiammeggianti e viene illuminata da un bagliore albeggiante, come se solo lei, sul quel monte, potesse raggiungere i raggi del sole e sfuggire alle tenebre. Tali timbri cromatici che vanno dalle terre bruciate ai rossi, l’effetto fumoso delle ombre scure con forti variazioni di luce, amplificano il carattere fortemente teatrale della scena.
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KARL WILLHELM DIEFENBACHQuestion to the Stars, 1898
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Paul VON SPAUNVeduta dei Faraglioni a Capri
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Paul VON SPAUNCapri al Tramonto, 1911
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Willem WELTERSI Faraglioni di Capri, 1917
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RANDALL MORGANCostiera Amalfitana da Ravello, 1976
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KARL WILLHELM DIEFENBACHGabbiano sorvola le rovine di Villa Jovis al chiaro di luna, 1901