Sir Philip Burne-Jones, Bt., 1919; Galleria d'arte Lady Lever; Christie's, Londra, 6 giugno 1958, lotto 14; Vendita anonima; Christie's, Londra, 15 giugno 1971, lotto 139; con Galleria Documenta, Torino.
Mostre
Londra, Mostra nippo-britannica, maggio-ottobre 1910, n. 83.
Bibliografia
R.R. Tatlock, A Record of the Collections in the Lady Lever Art Gallery a Port Sunlight, Cheshire, formata dal primo visconte Leverhulme, 1928, n. 3989.
Edward BURNE-JONES
(Londra 1833 - 1898)
Edward Coley Burne-Jones (nato in realtà Edward Coley Jones) viene considerato il più grande dei Pre-Raffaelliti di seconda generazione. Il suo percorso artistico inizia a Londra quando incontra il suo eroe artistico Dante Gabriel Rossetti, che incoraggia la sua precoce attrazione verso le arti. Proprio Rossetti, riferendosi a Burnes-Jones, scrive:
«I disegni di Jones sono meraviglie impreziosite da finiture e dettagli fantasiosi, non hanno assolutamente eguali, se non forse dalle più fini opere di Albrecht Dürer»[1].
La sua solitudine affettiva derivante da un’infanzia difficile, lo conduce a sviluppare una vivida immaginazione e a cercare conforto nella religione. Questo, unito al suo amore per la poesia, ma soprattutto la passione per il medievalismo, lo contraddistinguono come il perfetto aderente ai principi della Confraternita artistica.
Il suo viaggio in Italia nel 1859 fu di cardinale importanza nel suo percorso artistico: fondamentale fu l’influenza dalla pittura rinascimentale italiana del Ghirlandaio e Botticelli, ma ciò che davvero modificò il suo modo di pensare l’arte fu Michelangelo. Da qui la rottura con i preraffaelliti ruskiniani di prima generazione; Burne-Jones si fa portavoce di una corrente estetica secondo cui l'arte andava valorizzata come un oggetto mistico in grado di stimolare un godimento sensuale. Diventa il rappresentante di uno stile estetizzante e simbolista, che per alcuni aspetti prelude alle forme dell'Art Nouveau.
Il disegno che qui presentiamo è il più rifinito di due studi compositivi per un olio conservato al Birmingham Museum and Art Gallery. (Fig. 1)
Fig. 1
Burne-Jones, The wizard, 1898
Courtesy Birmingham Museums Trust/Birmingham Museum & Art Gallery
Fu realizzato tardi nella vita dell'artista: sebbene iniziato nel 1891, i libri contabili indicano Burne-Jones ancora impegnato nel dipinto nel 1896 che rimane incompiuto alla sua morte. È stato suggerito che il mago sia l'artista da giovane e che la ragazza sia stata dipinta da Frances Horner, pittrice figlia del mecenate di lunga data di Burne-Jones, William Graham.
Il soggetto è stato associato alla Tempesta di Shakespeare, poiché l'uomo più anziano rivela l'immagine di un naufragio alla giovane ragazza nel suo specchio convesso, sebbene Burne-Jones non abbia fatto riferimento alle figure come Prospero e Miranda, ma si sia semplicemente riferito ad esso come il suo 'quadro della Fanciulla e del Negromante'[2].
Ciò che è certo è che la sua composizione e l'uso dello specchio convesso sono stati ispirati dal Ritratto dei coniugi Arnolfini di Jan van Eyck (National Gallery, Londra), un'opera che Burne-Jones descrisse come "il quadro più bello in assoluto"[3].
[1] Dictionary of National Biography (1909), "Edward Burne-Jones"
[2] M. Lago, Burne-Jones Talking: His Conversations, 1895-98, p. 84.