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Umberto BOCCIONI (Reggio Calabria 1882-Verona 1916)
70 x 55 x 2 cm (con la cornice)
Provenienza
Collezione privata
Mostre
Boccioni prefuturista, Reggio Calabria, Museo Nazionale, luglio - settembre 1983 e Roma, Palazzo Venezia, ottobre - novembre 1983; Umberto Boccioni (1882-1916). Genio e memoria, Milano, Palazzo Reale, marzo – luglio 2016; Boccioni prima del futurismo. Opere 1902-1910, Mamiano di Traversetolo, Parma, Fondazione Magnani Rocca, settembre - dicembre 2023.
Bibliografia
M. Calvesi, E. Coen, Boccioni. L’opera completa, 1983, p. 226, cat. 279 (datato 1908-1909); Boccioni prefuturista, Milan 1983, p. 115, cat. 143 (datato 1908-1909); Umberto Boccioni (1882-1916). Genio e memoria, 2016, pp. 100, 298, cat. 84 (con il titolo Ritratto di giovane donna, datato 1907-1908); M. Calvesi, A. Dambruoso, Umberto Boccioni. Catalogo generale, 2016, p. 264, cat. 165 (datato 1903); Boccioni prima del futurismo. Opere 1902-1910, 2023, p. 123, cat. 87 (datato 1905 c.).
Considerando l’enorme apporto che la sua arte ha avuto sul panorama italiano ed europeo, sembra incredibile che Umberto Boccioni sia vissuto solamente 34 anni. Un grande protagonista del Novecento, attore in primo piano dell’avanguardia europea, dallo spirito ribelle alla continua ricerca della sperimentazione e in costante apertura verso “il nuovo”.
Quando si parla di Umberto Boccioni si pensa immediatamente al Futurismo (precisamente a quello che viene chiamato il Primo Futurismo, che termina esattamente con la morte dell’artista) e alle idee di velocità, di dinamismo e di forza, espresse nelle opere degli artisti che vi aderirono. Tuttavia, non ci si sofferma abbastanza sulla figura del giovane Boccioni e sugli anni della formazione, anni di genio, di feconde sperimentazioni e intensa vivacità artistica. La sue breve ma incredibilmente incisiva carriera artistica, durata appena nove anni, può essere suddivisa in tre fasi fondamentali che corrispondono geograficamente a tre città italiane: Roma – Venezia – Milano, intervallate da brevi esperienze internazionali che, unite alla sua curiosità, giocarono un ruolo fondamentale nella definizione del suo linguaggio artistico.
Roma è la città in cui il giovane Boccioni matura ogni importante premessa per i suoi sviluppi futuristi. Alcune opere di questo periodo, “in cui s’intrecciano componenti che saranno fondamentali nelle future ricerche di Boccioni – la poetica dello stato d’animo e il naturalismo post-impressionista con le sue saturazioni e fusioni di luce e atmosfera”[1] – dimostrano che i circoli dell’avanguardia romana giocano un ruolo decisivo nella formazione dell’artista, evidenziando inoltre, che Boccioni possedeva una conoscenza molto approfondita del colore e del suo uso. Affascinato dal Divisionismo, si cimenta con la difficile tecnica del pastello che permette di fissare rapide ed immediate impressioni cromatiche e Boccioni, attraverso i suoi tratteggi incrociati, ne sfrutta a fondo tutte le potenzialità.
Questo incredibile pastello su cartoncino Ritratto di giovane che recentemente viene datato al 1905 circa, appartiene dunque al “periodo romano”, anche se accenna già sviluppi dinamici successivi. L’artista ha già abbandonato la delicata tavolozza di colori pastello delle opere di un paio di anni prima (Fig. 1), per arrivare ora a utilizzare timbri più accesi, tratti più incisivi e spezzati.
Fig. 1 - Ritratto femminile, 1903
Fondazione Guido ed Ettore De Fornaris
in comodato alla GAM
In Ritratto di giovane il fondo appare tagliato con un movimento circolare da duri segni di pastello azzurro. Questi tratti incisivi si propagano dalla testa della giovane fanciulla e ne illuminano il volto, grazie a questo gioco cromatico la figura acquista consistenza volumetrica. Insomma, è come se Boccioni costruisse la plasticità stessa della figura attraverso il colore.
Riferendosi a quegli anni romani Boccioni afferma di aver guardato “a Monaco e Vienna, come centri del pensiero plastico (…) Klimt era da noi considerato un aristocratico innovatore dello stile”[2]. Queste parole di Boccioni sottolineano quanto la cultura della Secessione viennese, ma anche e soprattutto quella di Monaco e Berlino, abbiano giovato un ruolo fondamentale.
In questo intenso ritratto, nella sua forza espressiva, nel movimento vorticoso del colore, nei segni incisivi e nelle tracce filamentose di colori primari è possibile rintracciare, con poco sforzo, l’influenza di Munch.
Come sostiene E. Coen “…la personalità di Boccioni si forma a Roma, dall’incrocio tra le lezioni di Balla (che significa elaborazione dell’impressionismo francese e divisionismo italiano) e gli interessi filo-secessionisti del circolo romano”[3]. Ritratto di giovane racchiude esattamente il germoglio del genio dell’artista e rappresenta “l’incrocio” di queste lezioni imprescindibili per la vita artistica di Umberto Boccioni.
L’opera è stata recentemente esposta alla mostra Boccioni 1900-1910, presso la Fondazione Magnani Rocca a Mamiano di Traversetolo, Parma.