Mario Finazzi (a cura di), Piero Persicalli. Abissi e seduzioni, Roma 2022, n.50, tav. XX, p. 149
Piero Persicalli inizia gli studi all’Accademia di Monaco di Baviera nel 1909, discepolo di Habermann e Knirr. Dopo un rapido passaggio a Roma tra il 1912 e il 1913 va a Vienna dove esordisce con la sua prima personale al “Circolo degli artisti”. In questi primi anni di formazione l’artista viene sedotto dagli aspetti più visionari dell’estetica secessionista monachese e viennese[1], elemento che ritroveremo in tutta la sua arte futura.
In quegli stessi anni espone al Salone degli Indipendenti a Parigi. Dopo la prima guerra mondiale è presente alla prima Biennale di Romae alla Fiorentina Primaverile del 1922 con Cardi in riva al mare e Contadina dei dintorni di Zara. Carlo Carrà scrive che Persicalli “appartiene a quella categoria di artisti nostri che hanno maturato la loro arte all’estero”[2].
Alla Fiorentina Primaverile del 1922, Persicalli espone sei dipinti, tra cui La sirena (FIG. 1), rielaborazione pittorica del disegno su cartoncino qui presentato. In realtà, dell’opera finale, Persicalli realizza due disegni preparatori: il primo, questo da noi presentato, che presenta l’intera figura della sirena dormiente in un calmo mare notturno; il secondo (FIG. 2) del 1922 dove del fantastico essere marino viene sezionata solo la porzione finale della coda, come nel quadro su tela dello stesso anno.
Due anni dopo, nel 1924, un’opera presentata con il titolo Silenzio (Sirena), sarà esposta a Milano presso Bottega di Poesia, titolo che effettivamente ben si accorda all’idea di silenzio evocata dalla coda adagiata della sirena dormiente nel calmo mare notturno. Potrebbe quindi trattarsi del dipinto su tela, o anche della prima idea su carta con l’intera figura della sirena.
Il disegno a tempera qui presentato di chiaro stampo simbolista è certamente precedente di diversi anni al dipinto e al suo studio definitivo.
FIG. 1 - La sirena, 1922, oil on canvas
FIG. 2 - La sirena (definitive study), 1922, gouache on beige cardboard
È importante sottolineare come sirene, tritoni e altre creature del mare, furono tra i soggetti più amati dei simbolisti nordici: sia in area inglese dove si vedano ad esempio le numerose sirene di John William Waterhouse; sia in area tedesca, dove le invenzioni di Max Kliger e Arnold Böcklin impressionarono notevolmente i giovani artisti che si formarono a Monaco; ma anche in area scandinava, basti guardare alle sirene di Edvard Munch di cui Persicalli può senz’altro aver visto alcuni lavori presso il Die Moderne Kunsthandlung di Monaco.
A differenza dei suoi predecessori però Persicalli lascia trasparire, dal modo in cui tratta il soggetto, un approccio delicato e malinconico, unito all’interesse che andava sviluppando proprio in questi anni per pesci e creature marine. Lo studio della coda della sirena, infatti, non è di fantasia ma ha fondamento nell’osservazione delle code dei pesci in natura. Se in altre sue opere a soggetto ittico, gli elementi di fauna marina sono ridotti a forme asciutte e decorative - che poi condurranno ai famosi prototipi per tessuti - qui Persicalli mantiene invece una poesia e una profondità tutta simbolista e dal forte accento nordeuropeo.
[1] Hugo Von Habermann fu tra è fondatori della Secessione di Monaco. Heinrich Knirr partecipò sia alla Secessione monachese che a quella viennese.
[2] Carlo Carrà, Pietro Persicalli, in Catalogo della VIIIa Esposizione Autunnale d’arte, catalogo della mostra Istituto G. Carducci, Como, 1924, op. cit., p. 39.