
ERNST NEPO (Ernst Nepomucky) 1895, Dubá-1971, Innsbruck
Provenienza
Eredi dell'artista; collezione privata
Dopo aver frequentato la Scuola di Arti Applicate di Teplitz dal 1909 al 1913, Ernst Nepo studia alla Scuola di Arti Applicate di Vienna nel 1913/14. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale durante la quale presta servizio militare presso i Kaiserjäger tirolesi in Galizia e sul fronte meridionale. Dopo la guerra si stabilisce a Mühlau, un distretto di Innsbruck. È in questa sede e in questa data che l’artista realizza l’opera qui presentata. Capitale storica del Tirolo, definita “Perla delle Dolomiti”, Innsbruck regala delle vedute del profilo dolomitico senza paragoni (FIG. 1).
FIG. 1 - Tramonto sulle Dolomiti, Innsbruck
Nell’opera la catena montuosa viene disegnata secondo vari livelli prospettivi successivi. Partendo da un primo piano collinare, lo sguardo prosegue raggiungendo il secondo strato dove alcune cime innevate sono caratterizzate da sottili tocchi luminosi di pastello turchese.
L’attenzione si focalizza velocemente sulle nubi nel cielo. Dense e corpose occupano buona parte della superfice pittorica, disegnando una sorta di proseguimento del profilo montuoso. La tavolozza è molto audace, i raggi del sole hanno totalmente trasformato i colori del paesaggio naturale tingendolo di numerose sfumature rossastre e aranciate.
Il paesaggio naturale è interiorizzato dal pittore e restituito in una forma artistica che ha molte delle caratteristiche dei paesaggi simbolisti, o ancor meglio di quella particolare tendenza artistica che si afferma alla fine dell’ottocento e che prende il nome di “paesaggio dell’anima”. L’opera è infatti priva di suggestivi messaggi enigmatici tipici dei paesaggi simbolisti, ma può essere letta come un interiorizzazione artistica di un paesaggio molto caro all’artista. È un nuovo tipo di paesaggio, non naturalistico, non è semplice riproduzione di uno scorcio naturale ma un’espressione mistico-filosofica, in virtù del legame diretto e profondo fra natura e sentimento umano. Sono questi i presupposti che condurranno Ernst Nepo ad accostarsi alle tendenze Secessioniste ed Espressioniste.
Nel 1925 è cofondatore del gruppo di artisti “Wage” e solo un paio di anni dopo entra a far parte della Secessione Viennese. È per tale legame che le opere di questo periodo risultano essere fortemente influenzate da Giovanni Segantini e da Egon Schiele.
Dopo questo primo periodo più vicino alle correnti Secessionista ed Espressionista, Nepo si lascia affascinare dalla Nuova Oggettività, un movimento artistico nato in Germania alla fine della Grande Guerra come reazione all’Espressionismo. Il movimento vede la propria fine con l’ascesa del Terzo Reich che la definisce “arte degenerata”.
Nonostante non molti suoi lavori denotino caratteristiche tipiche del movimento della Nuova Oggettività, Ernst Nepo è considerato dalla critica internazionale uno dei più incisivi esponenti di tale movimento in Tirolo. Il grande pubblico lo conosce soprattutto per i suoi ritratti, i suoi numerosi affreschi, mosaici e pitture su vetro. I suoi lavori sono conservati anche presso il Tiroler Landesmuseum di Innsbruck, la collezione Kunstsammlung dell‘Universität für angewandte Kunst di Vienna e il Museion di Bolzano.