
ANTON SMINCK PITLOO ARNHEM 1790- NAPLES 1837
SOLD
Pitloo inizia il suo apprendistato nella natia Arnhem, dove cresce, per poi ricevere una borsa di studio dall'allora Re d'Olanda, Luigi Bonaparte, che gli permette di andare a Parigi dove dapprima studia con l'architetto e designer Charles Percier e in seguito, col crescere del suo interesse, per la pittura di paesaggi, negli atelier di Jean-Joseph-Xavier Bidauld (1758-1846) e Jean-Victor Bertin (1767-1842) che insegna anche a Jean-Baptiste-Camille Corot.
Nel 1811, Pitloo si trasferisce a Roma, ancora sostenuto da Luigi Bonaparte nonché da commissioni ricevute da nobili inglesi. Tre anni dopo, con la caduta di Napoleone, si reca a Napoli su invito del diplomatico russo Conte Gregorio Vladimir Orloff, dove rimane fino alla morte prematura avvenuta durante l'epidemia di colera del 1837. Nel 1816, mediante un concorso pubblico, vince la cattedra di professore di pittura di paesaggi presso l'Accademia di Pittura. Sposato con la napoletana Giulia Mori, diviene cittadino del Regno delle Due Sicilie.
Durante il suo soggiorno a Napoli egli aggiunge una seconda «o» al cognome probabilmente per sottolineare l'origine straniera. Qui, nel 1820 fonda una scuola privata di pittura la cosiddetta “Scuola di Posillipo”, un gruppo costituito da vedutisti napoletani seguaci del suo approccio alla pittura di paesaggio en plein air, basato sull'osservazione degli effetti naturali di luce e clima.
A Napoli e a Roma, Pitloo dipinge quadri caratterizzati da notevole freschezza e vivacità, nei quali fornisce una personalissima interpretazione del nascente gusto romantico. Influenzati dai viaggi in Italia di Turner e di Corot, i dipinti di Pitloo si possono annoverare nelle "avventure" dell'inizio del diciannovesimo secolo nella pittura non accademica, un’affinità particolarmente evidente nel dipinto qui presentato.
Qui Pitloo dà prova della sua assoluta padronanza del colore. Il fulcro di quest’opera sta nel catturare la gamma di colori del cielo serale - i riflessi del sole al tramonto sono espressi nei toni rosati delle sottili nuvole orizzontali, mentre il paesaggio in secondo piano appare come una massa violacea. Sulla destra il pennello dell’artista abbozza con pochi tocchi, sapientemente studiati, la figura di una pastorella. Il rosso vivace di un lembo di stoffa che attrae l’occhio dell’osservatore sulla figura, esprime tutto il guizzo artistico dell’artista.