
CHARLES-FRANÇOIS JALABERT NÎMES 1818-PARIS 1901
Provenienza
Antica collezione Jules Salles
Mostre
Sélection de dessins et d'acquarelles, Parigi, Galerie la Nouvelle Athènes, 21 marzo - 11 aprile 2015.
Bibliografia
Sélection de dessins et d'acquarelles, catalogo della mostra, Parigi, Galerie la Nouvelle Athènes, 2015, cat. n. 36.
Charles-François Jalabert nasce a Nîmes nel 1819. A soli 15 anni entra alla scuola del disegno di Nîmes, dove studia sotto la direzione del pittore Alexandre Colin. Nel 1839 s'iscrive all'École des Beaux-Arts ed inizia a lavorare presso l'atelierdi Paul Delaroche. Nel 1841 vince il secondo premio di Roma, ma nonostante vari tentativi non riesce a ottenere il Grand Prix e così, nel 1844, decide di partire per la città Eterna a sue spese e lì dedicarsi allo studio dei grandi maestri del passato. Tornato a Parigi nel 1847, dal 1850 espone regolarmente al Salon presentando dipinti il cui soggetto è principalmente storico o di natura religiosa. Dal 1863 gli interessi pittorici dell'artista si focalizzano sulla ritrattistica, così realizza un cospicuo numero di tele per la famiglia degli Orléans esiliata in Inghilterra, ma anche per numerosi membri dell'aristocrazia francese, tra cui spiccano il conte e la contessa di Parigi, il duca e la duchessa di Chartres e la famiglia del duca d’Aumale e della regina Marie-Amélie. Nel 1855 ottiene l'ambito riconoscimento di Cavaliere della Légion d’honneur e circa un decennio dopo, nel 1867, quello di ufficiale. Jalabert muore a Parigi nel 1901.
Il raffinato disegno qui presentato fu realizzato dall'artista a Roma nel 1846, ossia durante l'ultimo anno del suo soggiorno romano. Sulla destra del foglio, in stato di abbozzo, è disegnato il mezzo busto di un efebo, i cui tratti mitizzati richiamano la statuaria antica e riconducono all'iconografia di Antinoo, il bel giovane che la storia romana riporta essere stato l'amante dell'imperatore Adriano, il quale aveva divinizzato l'amato in seguito alla precoce morte di cui era rimasto vittima. Il busto certamente si riferiva ad una delle tante statue che Jalabert aveva avuto modo di ammirare durante il suo soggiorno a Roma.
Il vero protagonista del disegno è però la figura maschile in primo piano posizionata al centro, rappresentata in abiti romani, con la toga ed un ampio drappo, ed il busto adagiato su una mezza colonna, mentre sullo sfondo un paesaggio accennato con sintetici tratti la colloca in uno spazio indefinito. I tratti del viso, accentuati dalla scelta cromatica, risultano essere fisiognomicamente peculiari e molto probabilmente riconducibili al ritratto di colui a cui si riferisce la dedica posta a destra del foglio, ossia Jules Salles. Salles (1814-1900), pittore originario di Nîmes, si era istallato per un periodo a Parigi dove, proprio grazie all'amico Jalabert, era riuscito ad entrare per alcuni mesi nell'atelier di Delaroche.
Il disegno esaminato era nato come uno studio per la figura del poeta Vario del dipinto Virgile et Varius chez Mécène, tela oggi conservata al Musée des Beaux-Arts di Nîmes, che l'artista aveva realizzato nel 1846 ed esposto al Salon l'anno dopo. Lo studio è emblematico del duplice interesse che Jalabert aveva sempre coltivato nella sua carriera artistica, il tema storico da un lato, e la ritrattistica dall'altro.
C. Jalabert, Virgile et Varius chez Mécène, 1846, olio su tela, Nîmes, Musée des Beaux-Arts