
VICTOR-JEAN NICOLLE PARIS, 1754-1826
Nato a Parigi e grande viaggiatore, Nicolle è un raffinato acquerellista di vedute urbane animate da personaggi. La minuzia della resa dell’architettura dei monumenti trasforma le sue opere in testimonianze preziose dello stato delle ville e delle rovine al momento in cui egli le ha disegnate.
Nicolle seguì i corsi della Scuola di disegno dove fu insignito nel 1771 del Gran Premio per la Prospettiva, prima di proseguire il suo apprendistato sotto la guida dell’architetto Petit-Raphael. Parte della sua carriera si sviluppò in Italia dove soggiornò almeno due volte, una dal 1787 al 1798 circa, l’altra dal 1806 al 1811. Durante i suoi viaggi a Roma, Venezia, Firenze e Napoli realizzò una moltitudine di vedute di rovine e paesaggi pittoreschi, perlopiù acquerelli.
La veduta qui esaminata mostra le colonne superstiti del tempio di Saturno, il più antico luogo sacro di Roma dopo il Tempio di Vesta e quello di Giove, edificato nel Foro Romano nei primi anni dell'età repubblicana.
Situato ai piedi del Campidoglio, a sud-ovest dei Rostra imperiali, l’aspetto del tempio che si può oggi osservare è il frutto dei restauri effettuati in epoca tarda da parte di Lucio Munazio Planco e del Senato dopo l'incendio del 283 d.C: proprio a questo ultimo restauro appartiene quanto rimane del tempio, ossia le otto colonne di granito grigio con capitelli ionici di marmo bianco, l'architrave ornato sulla faccia interna da un motivo di palmette in rilievo ed il frontone principale, in gran parte costruito con materiale di recupero. L'iscrizione che corre sul fregio ricorda proprio un restauro eseguito in seguito ad un incendio: SENATUS POPULUSQUE ROMANUS INCENDIO CONSUMPTUM RESTITUIT, ossia "Il Senato e il Popolo Romano restituirono (il tempio) rovinato dall'incendio".
Ancora oggi colpisce l’imponenza del podio che fu portato alla quota attuale nel restauro del 42 a.C. ordinato da Munazio Planco con il bottino che aveva riportato dalla sua vittoria sui Reti. Il podio, realizzato in opus caementicium, era completamente rivestito di travertino e sul lato ad est vi era la porta che permetteva di entrare nelle camere dell’erario. Il tempio era eretto al di sopra e per potervi entrare Lucio Munazio fece realizzare una grande scalinata che permetteva di raggiungere un avancorpo e da questo la cella del tempio dove era la statua di Saturno.