![AMLETO CATALDI, Portrait of a Young Man, 1920 c.](https://artlogic-res.cloudinary.com/w_1600,h_1600,c_limit,f_auto,fl_lossy,q_auto/ws-artlogicwebsite0395/usr/images/artworks/main_image/items/c4/c47b339ac40d4cee8c78835efe8f3cb3/cataldi-frontale-mail.jpg)
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AMLETO CATALDI NAPLES 1882-ROME 1930
Altre immagini
Bibliografia
Bibliografia di riferimento
Francesco Geraci, Artisti contemporanei: Amleto Cataldi, in “Emporium”, a. XLV, n. 267, Bergamo marzo, 1917 pp. 163-175, in part. p. 164;
Mostra collettiva di Enrico Lionne, Amleto Cataldi e Vincenzo Miranda, con un testo di Vittorio Pica, Galleria Pesaro, Milano, aprile 1919, Alfieri e Lacroix, Milano 1919, p. 16;
S.a., Exposition d’un sculpteur Italien, in “La Renaissance de L’art Française”, Paris, Septembre 1923, p. 530;
Remigio Strinati, Artisti contemporanei: Amleto Cataldi, in “Emporium”, LVIII, n. 343, luglio 1923, pp. 22-36;
Alberto Riccoboni, Roma nell'Arte. La scultura nell'Evo moderno, Casa editrice Mediterranea, Roma 1942;
Francesco Sapori, La scultura italiana moderna, La libreria dello Stato, Roma 1949, pp. 39 e 445;
Felicita Cifarielli, Amleto Cataldi, Voce in Dizionario Biografico degli italiani, vol. XXII, Roma 1979, pp. 283-84;
Secessione Romana 1913 – 1916, a cura di Rossana Bossaglia, Mario Quesada, Pasqualina Spadini, Fratelli Palombi editori, Roma 1987, n. 40 e p. 290;
Roma Anni Venti. Pittura, scultura, arti applicate, mostra a cura di Irene De Guttry, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Maria Paola Maino, Mario Quesada, Valerio Rivosecchi, Antonello Trombadori, Roma, Palazzo Rondanini alla Rotonda 7 giugno – 20 luglio 1990, Roma 1990 pp. 103-104;
Flavio Fergonzi, Mara Teresa Roberto, La scultura monumentale negli anni del fascismo. Arturo Martini e il Monumento al Duca d'Aosta, a cura di Paolo Fossati, Umberto Allemandi & C. Torino 1992, pp. 154 e 185n.;
Scultura Italiana del primo Novecento, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Castello Estense, Mesola 2 maggio – 30 luglio 1992, Grafis Edizioni, Bologna 1992, pp. 70-71;
Alessandra Ponente, Amleto Cataldi, voce in Catalogo Generale della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea, a cura di Giovanna Bonasegale, De Luca Editore, Roma 1995, pp. 495 – 496;
John S. Grioni, Ricordando Amleto Cataldi: lo scultore napoletano a Roma, in “Lazio ieri e oggi”, a. XXXXV, Roma 2009, p. 530;
Amleto Cataldi artista di Roma, a cura di Francesco Cianfarani, Comune di Castrocielo, Roma maggio 1914.
Lo sguardo del giovane uomo è ardito e intenso, la fronte leggermente aggrottata appena sopra le sopracciglia perfettamente disegnate, il naso dritto e le labbra carnose, anch’esse nettamente individuate; i suoi lineamenti sono inquadrati in una geometria ideale, ma sono trattati in modo naturalistico, come se fossero di carne viva e palpitante. La sua capigliatura, invece, è come un segno, disegnato e inciso con precisione e, da pura notazione realistica, sembra diventare quasi un motivo decorativo, ricordando in tal modo la capigliatura della Galatea (1926) della galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma, opera probabilmente successiva a questa, uno dei bellissimi nudi di donna danzanti per i quali egli era universalmente conosciuto. Nudi dalle pose ricercate e di gusto lontanamente liberty, quali ad esempio Anfora o Donna che si specchia nell'acqua, o atletici quali ad esempio quelli maschili: Freccia (o Arciere) e i più recenti gruppi di atleti che un tempo ornavano il fronte dello Stadio Flaminio.
Amleto Cataldi, Galatea, 1925, bronzo, collezione Galleria d’Arte Moderna di Roma (particolare)
Cataldi, che riteneva il ritratto “la forma più energica e soddisfacente con la quale uno scultore possa esprimersi” (1), riserva a questo intenso giovane uomo, la medesima attenzione che in altre occasioni aveva riservato ai ritratti di giovani donne, come attestano gli indimenticabili volti della Principessa Giovannelli, di Donna Anna Visconti di Modrone, della Signorina Andreozzi, della danzatrice Maria Ricotti o di Francesca Bertini, (ma anche dei poeti Cesare Pascarella e Gigi Zanazzo), riprodotti sulle maggiori riviste d’arte della sua epoca.
Amleto Cataldi, Donna Anna Visconti di Modrone, “Emporium” 1923
Amleto Cataldi, Monumento a Giggi Zanazzo, 1929, Roma, casa natale del poeta
Più raramente sembra essersi cimentato nel ritratto maschile, come in questo caso, la cui figura fiera e la decisa frontalità del volto sono indicative della sua riflessione condotta sull’arte classica. Qui il modellato sensibile del collo e delle spalle nude rivela la muscolatura perfetta di un moderno kuroi o di un atleta a riposo che, se non fosse per il fatto di non avere alcuna connotazione di appartenenza a una qualunque arma, potrebbe benissimo essere preparatoria per la figura allegorica di uno dei suoi migliori Monumenti.
Eminente ritrattista, sensibile indagatore dei volti e della psicologia sia del femminile che del maschile, Cataldi aveva esordito a Roma nel 1904, all’annuale mostra della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti, iniziando il fulgido cammino che lo avrebbe portato, nel giro di pochi anni, ad affermarsi quale valentissimo scultore, apprezzato dalla critica anche a livello internazionale. Di lui avrebbe scritto Vittorio Pica: “Noi ci troviamo di fronte a un artista versatile come ispirazione e multiforme come esecuzione e pur sempre interessante e attraente nelle figure che egli, con non comune bravura di modellazione ferma ed elegante, fissa ora nel bronzo ed ora nel marmo.
Accorto diligente ed acuto studioso del vero, egli riesce molto bene nel ritratto, perché mentre sa fare risaltare la speciale espressione psicologica di un volto femminile o maschile, atteggia il busto con una nobiltà di posa che ci fa pensare che non invano si è attardato a studiare con fervida e schietta passione, i gloriosi maestri del Quattrocento italiano, avendone saputo ricavare più di una preziosa lezione” (2).
La ricercatezza del modellato e l’elevato livello di finitura della statua, oltre al fatto di essere stato realizzato nel prezioso materiale del marmo bianco, sembra indicare un particolare valore attribuito all’opera dall’artista. Potrebbe quindi essere stato uno dei circa 30 busti esposti alla propria mostra personale alla Galerie Dévambez di Parigi nel 1923, dove, come si evince dal breve articolo egli espone “des nus et des bustes pleins de style et de séduction”(3), notati dalla critica. La mostra riscuote un enorme successo, anche commerciale, vendendo la Fanciulla che si pettina al Musée du Luxembourg e L’Arciere al Petit Palais, mentre la Medusa viene acquisita da un gruppo di italiani e donata alla città di Parigi per essere collocata in un giardino, e un gruppo di Putti in bronzo dall’Ambasciatore d’Italia (4).
Giovanna Caterina De Feo
Note:
1) Francesco Geraci, Artisti contemporanei: Amleto Cataldi, in “Emporium”, a. XLV, n. 267, Bergamo marzo, 1917 pp. 163-175, in part. p. 164
2) Vittorio Pica, Tre artisti napoletani, scritto in catalogo della mostra collettiva di Enrico Lionne, Amleto Cataldi e Vincenzo Miranda, Galleria Pesaro, Milano, aprile 1919 p. 16
3) S.a., Exposition d’un sculpteur Italien, in “La Renaissance de L’art Française”, Paris, Septembre 1923, p. 530)
4) Remigio Strinati, Artisti contemporanei: Amleto Cataldi, in “Emporium”, LVIII, n. 343, luglio, 1923 pp. 22-36
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ANTONIO CANOVAAutoritratto di Giorgione, 1792
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PIETRO LABRUZZIRitratto di Giacomo Giustini con la pianta della Chiesa di S. Michele Arcangelo a Castel Madama
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VINCENZO GEMITORitratto di Mariano Fortuny, c. 1880
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FRANCESCO PAOLO MICHETTIAutoritratto, 1877
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VITALIANO MARCHINIArdito (Male portrait), Ardito (Ritratto d'uomo)