Firmato al centro, alla base della coda del leone: 'Tofanari Sirio'; lungo il bordo: 'Fond. G. Vignali Firenze'. Base in marmo serpentino, recante una targhetta di ottone con il titolo: 'La carezza'
Licurgo Bertelli, Firenze; collezione privata, Firenze
Bibliografia
VIII esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia, catalogo della Mostra, Venezia Premiate officine Grafiche C. Ferrari 1909, p. 39 sala 5 n. 34;
S.a., VI Exposicion Internacional de Arte, in “Museum”, Revista mensual de arte Español antiguo y moderno y de la vida artistica contemporanea, vol. 1, n. 5, Establecimento Grafico Thomas, Barcelona 1911, pp. 167 – 210, in part. p. 196;
Marjorie Charles Driscoll, The M. H. de Young Memorial Museum Golden Gate Park, San Francisco California, Publisched under the auspices of the Park Commission, 1921, p. 26 e 79-80;
Terza Biennale Romana, catalogo della mostra internazionale di Belle Arti, casa editrice d’Arte Enzo Pinci, Roma 1925, p.60, n.9
Catàlogo del Museo de Arte Contemporaneo, Artes Graficas, Barcelona 1926, p.182, n. 30;
Sirio Tofanari Sculptures d'animaux, E. Ariani, Firenze 1928, p. 8
Francesco Sapori, Scultura Italiana Moderna, La Libreria dello Stato, Roma, 1949, p. 37;
Adele Marchitelli, Sirio Tofanari, in Luci sul Novecento, Il centenario della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti 1914-2014, a cura di Simonella Condemi e Ettore Spalletti, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna, 28 ottobre 2014 - 8 marzo 2015, Sillabe editore, Firenze 2014, n. 14 (ripr.)
In questo bellissimo gruppo bronzeo, raffigurante un giovane leone e una leonessa nell’atto di scambiarsi reciproche tenerezze, Tofanari riesce a trasmettere un’impressione di forza e di rilassatezza insieme. Profondo conoscitore del mondo animale per averlo a lungo indagato in ogni suo aspetto durante un soggiorno a Londra, in occasione del quale si era soffermato nel Giardino zoologico e nel Museo di Storia naturale, l’artista riesce a cogliere un istante e a fermarlo nel tempo. Penetrando fino in fondo l’indole dei due animali, ripresi con gli occhi appena socchiusi, in una tipica espressione di indolenza dei felini, egli è lontano da ogni stilizzazione astratta quanto da una trattazione troppo aneddotica della materia, attratto soprattutto dal gioco di linee sinuose che formano i due corpi delle fiere, che sono mollemente adagiate l’una contro l’altra, e creano sulla materia - ora trattata in modo più scabro, ora più liscia e pulita - un gioco di luci e di ombre, la cui morbidezza è esaltata dalla tecnica della fusione a cera persa.
La scultura fu acquisita direttamente presso lo studio dell’artista, dall’amico chimico Licurgo Bertelli, noto autore nel 1912 del manuale Hoepli Cementi e calci idrauliche: fabricazione, proprietà, applicazioni. Secondo la sua memoria familiare tramandata ai pronipoti, dopo la realizzazione della scultura, Tofanari, ne distrusse il calco. Successivamente, quando poi l’artista dovette partecipare all’Ottava Biennale di Venezia, decise di formare una seconda copia, richiedendo al Bertelli la statua in prestito per trarre la forma del nuovo esemplare, il quale gliela negò.
Il bronzo in oggetto sembrerebbe, quindi, precedente alla versione di Carezza realizzata nel 1909, esposta insieme a Giovani leonesse nella Sala quinta dell’Ottava Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia1, ed ivi acquistata per 750 lire dalla Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze ove tuttora si trova2. Da quella scultura differisce sia per il colore della patina che per la forma della base, ovoidale e non quadrata, nonché nella trattazione della superficie del fondo, che nel nostro caso è più scabro e mosso, e reca sia la firma dell’autore che il marchio della prestigiosa Fonderia Artistica di Gusmano Vignali, la ditta specializzata nelle fusioni a cera persa, che proprio quell’anno avrebbe ottenuto il Gran diploma d'onore all’esposizione Internazionale di Dublino 1907 e, di li a poco, anche la Medaglia d'Oro all’Esposizione Universale di Bruxelles nel 19103.
Il fortunato esordio nella Biennale del 1909, porterà Tofanari a ritenere l’opera particolarmente riuscita e a volerla esporre nel 1911 a Barcellona alla VI Exposicion Internacional de Arte, dove una Carícies ottiene la medaglia d’oro e viene acquisita nella collezione del Museu Nacional d'Art de Catalunya4 , il cui catalogo edito nel 1926 riporta anche la misura dell’altezza, pari a 21 cm. Una Caress viene di nuovo esposta nel 1916, a San Francisco, presso il Museo Golden Gate Memorial, M. H. de Young Museum5. Della notizia si trova traccia nel periodico ”American Art News”: “ …Mr. M. H. de Young has added also to his many other recent gifts to the Museum a series of original bronzes by Sirio Tofanari…”6. Tale evenienza è confermata anche dalla successiva pubblicazione del de Young Memorial Museum Golden Gate Park di San Francisco (1921), secondo il quale Caress era esposta nella Galleria delle Statue, insieme ad altri gruppi scultorei raffiguranti animali, “splendidi bronzi”7 dello scultore fiorentino. La pubblicazione prosegue sottolineando l’affinità stilistica di Tofanari con lo scultore francese Antoine-Louis Barye (Parigi 1796 –1875), all’epoca molto famoso oltreoceano per le sue realizzazioni con soggetti animali, anche se, viene notato che: “although somewhat heavier and rougher in their modeling”8.
Nel de Young Museum Carezza viene esposta insieme a Leopardo, dove un felino è colto nel momento della caccia, a Tigri che lottano e a Leonessa e cuccioli, oltre a un gruppo di cammelli, particolarmente lodati per la raffigurazione del “moment of demonstration when one of the animals, standing, has dropped his swaying neck to place his head cheek to cheek with another camel”. Secondo Driscoll è, più di tutte, The Caress: “a notable group for its sense of deliberate, easy motion. A lioness lies at full length, head raised. Behind her moves the lion, rubbing his head slowly along her shoulder. The easy lift of the lion's great neck and forequarter muscles, and the slow stretch of the extended hind leg, are vibrant with a sense of luxurious power”9.
A margine della storia della statua, va anche ricordato che il raffronto con l’operato di Barye viene ricusato nel testo introduttivo della mostra tenuta presso la Galleria Pesaro nel 1923, nel quale si scrive: “ …lo stile del Tofanari rifugge oramai dalla analisi di ogni accurata minuzia di freddi particolari calligraficamente scolpiti e di superfici sapientemente modellate e lisciate, ma, più modestamente [egli li] sintetizza in uno stile nervoso e sicuro, potentemente dinamico, con grande semplicità di linee e di piani. Tale sintetica semplicità lascia tuttavia ai suoi animali, agili e muscolosi, tutta la loro vita, ed arriva – in talune delle sue forme più perfettamente riuscite – a tradurci nella plastica quella profonda espressione della psicologia delle bestie libere e selvagge che la penna di Kipling ci ha dato nei libri delle jungle…”10.
Ritenuta all’unanimità della critica una delle migliori prove dello scultore, Carezza è tra le 21 sculture esposte nella Mostra Individuale di Sirio Tofanari (con il titolo Carezze), che si tiene nell’ambito della Terza Biennale Internazionale d’Arte a Roma (11), ed è nominata nel volume sulla Scultura italiana di Francesco Sapori, il quale definisce Tofanari: “Animalista principe… tutt’occhi anche lui pei predaci, pei pesci per le bestie raminghe in libertà o colpite a morte dal cacciatore. Le dimensioni non contano: il suo pollice s’intrattiene fecondo nelle proporzioni del vero, e in pari tempo esaurire la più minuscola pallina di creta o di cera. All’intensa vitalità del plasticatore, che rasenta il prodigio, seguono le preziose postille del cesellatore e dell’ageminatore…”12.
Note:
1) VIII esposizione Internazionale d’Arte della città di Venezia, catalogo della Mostra, Venezia Premiate officine Grafiche C. Ferrari 1909, p. 39
2) Adele Marchitelli, Sirio Tofanari, in Luci sul Novecento, Il centenario della Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti 1914-2014, a cura di Simonella Condemi e Ettore Spalletti, Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’arte moderna, 28 ottobre 2014 - 8 marzo 2015, Sillabe editore, Firenze 2014, n. 14
3) Fonderia Artistica Gusmano Vignali, Premiata fonderia artistica in bronzo ed altri metalli. fusione di statue, gruppi, bassorilievi, riproduzioni di originali antichi, Firenze, Gusmano Vignali & Co., s. d. (dopo il 1910)
4) VI Exposiciòn Internacional de Arte, catalogo oficial, Barcelona 1911, p. 157, n. 1401; vedi anche: S.a., VI Exposicion Internacional de Arte, in “Museum”, Revista mensual de arte Español antiguo y moderno y de la vida artistica contemporanea, vol. 1, n. 5, Establecimento Grafico Thomas, Barcelona 1911, pp. 167 – 210, in part. p. 196; Catàlogo del Museo de Arte Contemporaneo, Artes Graficas, Barcelona 1926, p.182, n. 30; da questo catalogo si evince la misura dell’altezza dell’opera che è pari a cm. 21.
5) La mancanza di riproduzioni fotografiche nei cataloghi e nelle riviste dell’epoca rende difficile ipotizzare su quale redazione – se quella di Palazzo Pitti con base quadrata o quella del Bertelli con base ovoidale - Tofanari realizza i gruppi di Barcellona e di San Francisco. Con la base tondeggiante e con la patina scura si conosce anche un altro esemplare, che misura cm. 22 x 68 x 54, databile agli anni Venti, recante il timbro del fonditore Tortolini di Firenze, andato in asta in anni recenti (cfr.: Farsetti Arte, dipinti e sculture del XIX e XX secolo, catalogo dell’asta 08/11/2008, lotto n. 757).
6) s. a., San Francisco, in “American Art News”, vol 14, n. 26, New York 1 aprile 1916
7) Marjorie Charles Driscoll, The M. H. de Young Memorial Museum Golden Gate Park, San Francisco California, Publisched under the auspices of the Park Commission, 1921, pp.79-80; di seguito il testo integrale: “splendid bronzes that stand in the art galleries adjoining Statuary Hall are the animal groups, six by Sirio Tofanari and one by Vanetti. These are groups of the Barye type, although somewhat heavier and rougher in their modeling, the figures often blended with the supporting background. Particularly good in its sleek strength is the "Leopard," which occupies the center of one of the smaller galleries, a bronze some three feet in length, showing the animal in the intensity of the hunt, the steel muscles drawn taut, ears laid back and lips pulled away from the teeth in a snarl.
There are two groups of "Struggling Tigers," one by Tofanari and one by Vanetti, portraying the tigers in the thick of combat, lithe bodies flung into the fight, every muscle tense.
A larger group is "Lioness and Cubs," the lioness stretched at ease and the cubs crowding to reach the mother. "The Caress" is a notable group for its sense of deliberate, easy motion. A lioness lies at full length*, head raised. Behind her moves the lion, rubbing his head slowly along her shoulder. The easy lift of the lion's great neck and forequarter muscles, and the slow stretch of the extended hind leg, are vibrant with a sense of luxurious power. Few artists have used camels for any other purpose than to give the proper atmospheric touch to desert scenes, but Tofanari in his camel group has found a new interest in these ungainly beasts. Like "The Caress," the camel group portrays a moment of demonstration when one of the animals, standing, has dropped his swaying neck to place his head cheek to cheek with another camel, lying on the ground. The roughmodeling of the figures is particularly successful in its suggestion of a camel's shaggy hide…”.
8) Ibidem
9) Ibidem
10) Mostra individuale di Serafino Macchiati, Sirio Tofanari, Mario Sotgia, catalogo della mostra, Galleria Pesaro Milano, maggio 1923, p. 19
11) Mostra individuale di Sirio Tofanari, in Terza Biennale Romana, catalogo della mostra internazionale di Belle Arti, casa editrice d’Arte Enzo Pinci, Roma 1925, p. 60, n. 9
12) Francesco Sapori, Scultura Italiana Moderna, La Libreria dello Stato, Roma, 1949, p. 37