Roberto Borgia, Visioni di Tivoli in «Notiziario Tiburtino», 12 December 2014, pp. 10-11. Massimo Ricciardi, Paesaggisti stranieri in Campania nell’Ottocento, Rome, De Luca, 2002.
Thomas Dessoulavy nasce a Londra nel 1801, molto giovane si trasferisce a Roma dove inizialmente soggiorna presso il noto acquerellista svizzero Franz Kaiserman. Nel 1824 è citato tra i “pittori paesisti” nell’Elenco redatto dallo scultore svizzero Heinrich Keller. Nelle sue vedute ritrae non solo paesaggi laziali ma anche delle aree campane, infatti aveva soggiornato a Napoli già alla fine degli anni Venti e collaborato alla Raccolta delle Vedute del Regno di Napoli pubblicata a Parma dai fratelli Pietro ed Achille Parboni nel 1828, all’interno della quale era stato stampato un paesaggio del Salento. Dessoulavy, che parlava correttamente l’italiano e per questo era sovente richiesto come cicerone per i visitatori britannici, all’inizio degli anni Trenta è uno dei pittori più affermati della cerchia artistica britannica a Roma: nel 1839 prende parte per la prima volta all’annuale esposizione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma, nel 1846 invece, invia alla Royal Academy di Londra una Veduta del Palazzo dei Cesari, l’anno successivo espone un Paesaggio nella stessa sede, mentre nel 1848 presenta il dipinto Porta San Giovanni a Roma. Nonostante i frequenti viaggi in Inghilterra a fini principalmente lavorativi avvenuti principalmente tra la metà degli anni Quaranta e Cinquanta, Roma rimane il luogo prescelto come stabile residenza fino al 1869, anno della sua morte.
La veduta qui presentata si colloca all’interno del genere paesaggistico ottocentesco estremamente amato dalle colonie di artisti stranieri residenti in Italia. La tela rappresenta uno scorcio di Roma estremamente amato: la veduta della citta’ eterna con la tomba di Cecilia Metella sulla sinistra e in primo piano un gruppo di viandanti. Lo stile di Dessoulavy si inserisce all’interno di quel filone del paesaggismo italiano che aveva rielaborato i maestri veneti con toni marcatamente pittoreschi. Attraverso pennellate stese a piccoli tocchi l’artista riproduce minuziosamente i fogliami, l’erba e le figure poste in primo piano; una maggiore stilizzazione delle forme caratterizza invece gli elementi sullo sfondo. Grande attenzione viene inoltre rivolta alla trasposizione topografica, elemento questo caratterizzante l’intero corpus pittorico dell’artista.