I Lampadari di Cristallo: Ventinove disegni di una manifattura boema
I Lampadari di Cristallo è il titolo, dal sapore volutamente fiabesco, attribuito da Roberto Valeriani alla mostra, preziosa e raffinata, che Francesca Antonacci inaugurerà nella sua galleria di Via Margutta 54 lunedì 1 dicembre.
Oggetto dell’esposizione è un repertorio di disegni di elevata qualità raffiguranti, per l’appunto, lampadari di cristallo di Boemia.
Al di là della magia di cui questi fogli sono intrisi, che è poi la magia del mondo da essi evocato, sappiamo di trovarci di fronte ad uno strumento di lavoro di un mercante di ambito boemo del primo decennio dell’Ottocento: un catalogo, assai ben congegnato, da mostrare ai clienti desiderosi di abbellire la propria dimora con uno degli sfavillanti manufatti di cristallo in vendita nella sua bottega.
Non è stato facile attribuire una datazione ai disegni che, qua e là, mostrano un gusto per l’esasperazione ornamentale che rimanda al più puro Luigi XVI. Tuttavia, il prevalente senso geometrico dell’impianto deve senz’altro farci propendere per un’epoca posteriore, quella delle nuove mode di primo Ottocento. Essi presentano inoltre una interessante scritta che li riporta all’attività di Franz Steigerwald. Di origine bavarese, Steigerwald aprì la sua officina sul versante tedesco della foresta boema. L’idea di inviare i suoi migliori artigiani a Parigi, per raffinarne il gusto ed introdurli agli squisiti capricci della indiscussa capitale della moda, fu determinante ai fini della sua affermazione. Nel giro di poco tempo divenne l’unico vero concorrente del grande Friedrich Egermann, il più celebrato cristalliere boemo dell’epoca.
L’ambientazione della mostra cercherà di ricreare le atmosfere degli ambienti illuminati, non dimentichiamolo, a lume di candela, dai favolosi lampadari di Boemia. Impresa non facile dal momento che, nell’ambito della storia del mobile, quello delle fonti di illuminazione è un campo ancora poco esplorato dagli studiosi, anche perché poco esplorabile a causa della bellezza particolarmente effimera di quegli oggetti e per la difficoltà, sottolineata da Roberto Valeriani nel saggio introduttivo al catalogo, “di rivolgere lo sguardo ad un elemento, quello della luce, fra i più elusivi e irricostruibili per colui che oggi studia o riallestisce interni storici”.
Sarà bene comunque ricordare che l’invenzione del cristallo artificiale, avvenuta in Inghilterra nella seconda metà del Seicento, ma perfezionata in Boemia, consentì la realizzazione di lampadari concepiti come vere e proprie cascate di luce, che sicuramente mutarono, e non poco, l’aspetto degli interni aulici europei. Alla fantasia del visitatore della mostra il compito di immaginare lo spirito del mondo che inventò la moda di illuminare le proprie case con oggetti più simili a gioielli che a lampadari.