Per Vincenzo Gemito il disegno non era semplicemente una fase preliminare alla scultura ma un vero e proprio strumento di indagine del reale, una pratica artistica autonoma fondamentale per affinare la sua capacità di catturare la vivacità e l’essenza della figura umana.
Durante l’intero corso della sua vita l’attività grafica è sempre stata centrale nel suo processo creativo, sin dagli anni giovanili, quando il confronto con il vero si fondeva per lui con il fascino subìto dalla civiltà artistica del Seicento napoletano; quando insieme ad Antonio Mancini ritraeva la prosaicità delle scene di vita per le strade di Napoli, conferendogli nobiltà d’impianto opposta al bozzettismo e divergente dal puro naturalismo.
Le sue opere grafiche, come Volti di fanciulla, testimoniano una padronanza assoluta del mezzo grafico, attraverso l’uso sapiente di linee delicate e decise che delineano con sensibilità l’anatomia e le espressioni del volto. Le ripetizioni del volto in questa composizione suggeriscono un attenzione alla fisionomia, della luce e della psicologia del soggetto, e riflettono il profondo interesse di Gemito per la rappresentazione del vero, un tema centrale nella sua poetica realista.
L’opera si distingue per la sua composizione originale: i tre volti della giovane fanciulla, ripetuti in sequenza, creano un dinamismo visivo insolito per l’epoca, mostrando la profonda capacità innovativa dell’artista. Questa triplice ripetizione non è puramente decorativa, ma suggerisce una volontà di esplorare la variazione espressiva e l'interiorità del soggetto attraverso una visione multipla, quasi cinematografica, che conferisce un senso di movimento e trasformazione.
Tra il primo e il secondo decennio del Novecento, dopo il lungo isolamento dovuto al periodo di grave flessione psichica, Vincenzo Gemito aveva poi ripreso la propria attività artistica, dividendosi nuovamente tra la plastica e il disegno. L’esercizio grafico raggiunge un ancora più complesso grado di finitezza, emulando sulla superficie bidimensionale della carta il tutto tondo del rilievo, esasperandone per alcuni versi gli effetti attraverso l’uso di una sintesi grafica volta al trompe l’oeil.
In questo periodo della sua carriera, Gemito si avvicina sempre di più alla rappresentazione intima e psicologica dei soggetti, spesso idealizzati ma resi con una straordinaria intensità emotiva. Volti di fanciulla incarna perfettamente questa fase, in cui la purezza del disegno diventa lo strumento principale per esplorare e rivelare la profondità dell’animo umano.