Collezione Famiglia De Matteo, Lanciano (MI); collezione privata.
Literature
Catalogo generale dell’artista. Tancredi. I dipinti e gli scritti, a cura di Marisa Dalai Emiliani, volume primo, Umberto Allemandi & C., 1997, pag. 216, n. 236;
Spazialismo. Arte astratta - Venezia, 1950 - 1960, a cura di Luca Massimo Barbero, Basilica Palladiana a Vicenza, 12 ottobre 1996 al 19 gennaio 1997, p. 95, fig. 5.
Note (dal catalogo generale):
L’opera fu realizzata da Tancredi direttamente sulla carta da parati nell’abitazione del collezionista De Matteo, in via Andegari a Milano. La firma è autografa.
Il Senza titolo. Trittico (1952) di Tancredi Parmeggiani rappresenta un momento significativo nella carriera dell'artista, caratterizzata dalla sperimentazione continua e dall'esplorazione di nuove forme espressive. Tancredi, considerato uno degli esponenti più innovativi dell'arte italiana del dopoguerra, era noto per il suo approccio spontaneo e fluido alla pittura, che si riflette perfettamente in quest'opera.
Il 1952 è un anno fondamentale per l'artista: in quell'anno, a Venezia, riceve il prestigioso Premio Graziano per la pittura, un riconoscimento che segnala il suo crescente rilievo sulla scena artistica italiana e internazionale. Questo traguardo consolida la sua posizione tra i pittori più innovativi del suo tempo. Nello stesso anno, Tancredi aderisce ufficialmente allo Spazialismo, sottoscrivendo il manifesto del movimento fondato da Lucio Fontana a Milano intorno al 1947. Lo Spazialismo proponeva una nuova forma d'arte, in sintonia con la modernità del dopoguerra, che superasse i confini tradizionali della pittura, introducendo l'idea di un'arte "spaziale" in cui la luce, il tempo e il movimento giocavano un ruolo centrale. Con questa adesione, Tancredi si allinea alle sperimentazioni più radicali dell'epoca, contribuendo al rinnovamento del linguaggio artistico verso una dimensione più aperta e concettuale.
L'opera, realizzata direttamente sulla carta da parati dell'abitazione del collezionista De Matteo, in via Andegari a Milano, riflette la libertà creativa e l'approccio sperimentale di Tancredi. Infrangendo la separazione tra arte e ambiente, l’opera anticipa l'idea di un'arte che vive e respira nello spazio quotidiano ponendo, inoltre, l’accento sulla relazione diretta tra l'artista e il collezionista.
La sua pittura si distingue per una sensibilità vibrante e dinamica, con segni e linee che sembrano fluttuare liberamente nello spazio. In questo trittico, l'artista esprime una poetica del segno e del gesto, caratterizzata da una tensione tra ordine e caos, equilibrio e disordine. Qui è emblematica della sua volontà di superare i confini fisici e concettuali dell'arte. Tancredi non vedeva l'opera come un oggetto chiuso e statico, ma come un processo aperto, in dialogo costante con lo spazio e lo spettatore. Questo approccio lo avvicina a una dimensione più intima e personale dell'arte, in cui l'atto creativo è una manifestazione diretta delle emozioni e delle sensazioni dell'artista. La sua pittura si distingue per la leggerezza dei segni, spesso accompagnata da una tensione ritmica e musicale. L'opera si sviluppa come un flusso continuo, dove le linee si intrecciano e si dissolvono, creando un senso di movimento e profondità. Tancredi, con la sua ricerca incessante di nuovi linguaggi visivi, ha saputo catturare l'energia del momento, trasferendola in opere che, come questo Trittico, sembrano pulsare di vita propria.
In sintesi, l'opera Senza titolo. Trittico non è solo un'espressione della maestria tecnica e poetica di Tancredi, ma rappresenta anche un manifesto della sua visione artistica: un'arte libera, senza barriere, in cui l'atto creativo diventa un'esperienza sensoriale, aperta e in costante trasformazione.